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“-GALLERIA DEL MATESE-”
CERNIERA DI COLLEGAMENTO
TRA CAMPANIA E MOLISE
avv. Luigi Cimino
• LA
PIANURA ALIFANA E L’ALTA VALLE DEL BIFERNO, COLLEGATE CON RETE STRADALE E FERROVIA,
USCIRANNO DALL’ATAVICO ISOLAMENTO CON SVILUPPO AMBIENTALE, ECONOMICO E SOCIALE
PER LE DUE REGIONI.
Premessa
indispensabile è Il Matese, cioè il
territorio ricadente in provincia di Caserta e che si identifica pressoché con
la competenza territoriale della Comunità Montana del Matese, costituito da
diciassette comuni che gravitano intorno a quello più importante (sede peraltro
della predetta Comunità Montana), cioè Piedimonte Matese.
Geograficamente
ed amministrativamente detto territorio è inserito nella provincia di Caserta,
ma confina a nord-ovest e ad est con il Molise, a sud-est con la provincia di
Benevento, ed a sud, sud-ovest con la rimanente parte della provincia di
Caserta da cui lo divide approssimativamente il Fiume Volturno.
Tale
conformazione geografica ne ha determinato finora un’omogeneità che lo
contraddistingue anche dal resto della provincia di Caserta oltre che dalla
Regione limitrofa e lo identifica come un’isola, che alcuni definiscono
“felice”, altri “economicamente povera”, che conserva certamente, per, cultura,
tradizione ed habitat naturale quasi del tutto incontaminati.
A
ciò indubbiamente ha contribuito il sistema vario esistente.
Se
si esclude, infatti, la strada a scorrimento veloce, ora chiamata “Telesina”,
prima, forse più appropriatamente, “della Valle del Medio Volturno”, che serve
da snodo per il grande traffico tra l’Autostrada del Sole, A1, uscita di
Caianello e la città di Benevento, che lambisce, però, il territorio matesino
marginalmente, correndo appunto lungo il Fiume Volturno, per il resto, il
sistema viario del Matese è rimasto del tutto immutato.
Le
principali direttrici stradali di
detto territorio, sono, infatti, la S.S.
158 che, passando per Alife, devia verso Venafro, ripercorrendo il tratto
antico -“ille celeberrimus tractus
Venafranus Alliphanusque” e servendo tutti i comuni intermedi come S.
Angelo d’Alife, Raviscanina, Ailano e Valle Agricola, Pratella, Prata Sannita,
Fontegreca e Gallo Matese e Letino, Ciorlano e Capriati a Volturno; la S.S. 158 dir. che diramandosi dal
Quadrivio Pioppette o di Alife serve i Comuni di Piedimonte Matese, Castello
del Matese e S. Gregorio Matese fino a Guardiaregia ed oltre per il Molise,
innestandosi sulla S.S.N. 17 e, in direzione opposta, attraverso Dragoni ed
Alvignano, raggiunge Caiazzo; la strada
provinciale che da Piedimonte Matese serve S. Potito Sannitico, Gioia
Sannitica e Faicchio in provincia di Benevento.
Gli
altri assi viari, che servono i comuni del comprensorio, sono per lo più strade
provinciali, comunali e di bonifica.
Queste
ultime strade, purtroppo, prevalentemente montane, hanno spesso carreggiate
insufficienti, strette, pericolose e per giunta non mantenute con la necessaria
prontezza ed assiduità.
• In tale contesto, peraltro immutato da
molteplici anni, si impone un diverso programmatico intervento previsionale
che, senza modificare l’assetto viario del Matese e tenendo conto dell’impatto
ambientale di qualsiasi nuovo intervento, inserisca
la regione del Matese nel contesto interregionale e, pur conservandolo
nella sua complessa struttura ambientale, lo
rivitalizzi e crei le strutture viarie di supporto e di integrazione necessarie
per avviare un concreto sviluppo turistico, agro-silvo-pastorale, artigianale
integrato.
Non va dimenticato, infatti, che tale
comprensorio finora ha fornito percentuali elevate al fenomeno
dell’emigrazione, mentre sempre più un numero consistente di persone valide lo
abbandona per migliori siti.
L’idea della
realizzazione della Galleria del Matese deve essere
supportata da una valutazione di impatto ambientale, da un raffronto di
costi-benefici, dalla conseguente utilità dell’opera e, perciò, per non essere
semplicistici, deve coinvolgere enti come i Comuni interessati, le Comunità
Montane ove dovrà costruirsi l’opera, le Province di Caserta, Benevento e
Campobasso, le Regioni Campania e Molise.
E
perciò è una iniziativa coinvolgente tutti gli enti innanzi citati perché
ognuno per la propria competenza faccia quanto è possibile per realizzarla.
E vediamoli questi
benefici:
1) la
ferrovia Napoli - Termoli (CB) e Vasto (CH) si abbrevierebbe di almeno
2) l’impatto
ambientale che essa causerebbe è quasi nullo fatta eccezione per i raccordi
esterni di strade e ponti che si rendessero necessari;
3) la
vita degli abitanti del Matese campano da una parte e della Valle del Biferno e
del Molise dall’altra migliorerebbe come tenore in una sinergia
economico-sociale nuova e ricca di notevole ulteriore sviluppo;
4) sarebbe
superato il colosso del Matese che da secoli divide le due regioni, anche se la
storia, le tradizioni, le origini, i costumi da secoli le accomunano nella cosiddetta
unica Regione Sannio;
5) della
celerità dei trasporti ne beneficerebbero particolarmente le due zone della
cerniera, campana e molisana, ma anche le zone affaccianti sul Tirreno ed
Adriatico con possibilità di insediamenti industriali intermedi, in un’osmosi
proficua e quanto mai necessaria a debellare il cancro dell’emigrazione che
ormai da più di un secolo ha colpito piccoli e grandi comuni matesini e che in
nessun modo si pensa di debellare;
6) le
zone marginali del Molise e della Campania (entroterra) scoprirebbero
finalmente una potenzialità economica-sociale nuova indubitatamente legata ai
prodotti specifici, ad una migliore coltivazione, ad un più moderno scambio di
merci e di persone, ad una rete commerciale e distributiva indirizzata alla
cooperazione;
7) la
realizzazione del traforo servirà all’interscambio culturale, alla
valorizzazione delle emergenze paleontologiche come quelle di Pietraroia (BN)
ed Isernia, alla conoscenza più diretta di antiche città come Alife, Altilia di
Sepino, Pietrabbondante, mentre una rete di interscambi culturali avvicinerà
sempre più i numerosi piccoli centri appollaiati sulle montagne o distesi nelle
valli e nel contempo rilevanti realtà geografiche di pianura e particolarmente
marine si avvicineranno tra loro e con i centri intermedi.
Numerosi
altri notevoli benefici potranno aggiungersi a quelli innanzi elencati, ad uno
studio più approfondito, ma bastano quelli indicati a significare l’importanza
ragguardevole dell’opera e gli innumerevoli benefici che da essa derivano alle
collettività interessate.
Si
dovrà dar corpo all’idea, in uno studio fattivo ed operativo che non tralascerà
di sviluppare i semplici indicatori da me esposti; si dovrà particolarmente
avvicinarsi al problema con il convincimento che non si sprecherà tempo ad
interessarsene, convinti sempre più che il retaggio passato deve servire a
migliorare le condizioni future, altrimenti sarà ancora inutile aver vissuto.
Per
la realizzazione dell’opera si potrà pensare ad un Consorzio ove entrino tutti
gli enti richiamati o ad una struttura consortile mista ove pubblico e privato
si uniscano per collaborare insieme e far diventare realtà quello che solo
superficialmente può apparire ora un sogno irrealizzabile.
È
auspicabile, infine, che sul tema si sviluppi un dibattito serio, stridente se
è necessario, sempre convinto che dal confronto dialettico e democratico
nascono idee realizzabili.
NECESSITÀ di
collegamento tra campania e molise: la cerniera delle due regioni.
LA STORIA DEL PROGETTO E
L’ATTUALITÀ DI ESSO.
È
di tutta evidenza la necessità di un collegamento, mediante un traforo del
Matese, tra la Campania ed il Molise.
È
una necessità avvertita già dal secolo scorso se da un articolo sul periodico “Il mondo illustrato” (Torino ed. Pomba,
n. 28 del 10 luglio 1847) sappiamo di
una ferrovia da costruire da Capua a Castelcampagnano, dove all’imboccatura
del Calore nel Volturno “sarà costruita una stazione per il tronco che andrà
verso gli Abruzzi, e toccherà la città di Piedimonte d’A., una delle più popolose
e industriose città di Terra di Lavoro..., la strada continuerà poi fino a
Venafro, donde proseguirà per Cassino, fino ad afferrare le frontiere dello
Stato Pontificio”. Non
se ne fece più niente.
Nel 1853 si parlò della Napoli-Termoli.
Re Ferdinando aveva concesso a titolo d’incoraggiamento ducati 750 per ogni
miglio per 50 anni (L.
La linea, raggiunto il Torello, prima di Telese assumeva una
diramazione per Piedimonte, il Medio Volturno, e per la Valle del Sangro.
Rimase progetto.
Numerosi altri progetti furono fatti predisporre, purtroppo
senza alcun esito.
Addirittura
a Piedimonte si costituì un Comitato ferroviario
(7 ottobre 1878) formato da O. Gaetani d’Aragona Principe di Piedimonte e
Senatore del Regno, da N. Ventriglia Consigl. provinciale, e da G. Egg,
industriale, per il completamento della strada ferrata arteriale fra Roma e
le Puglie, mediante il tronco da Presenzano o Caianello a Telese per Piedimonte
d’Alife.
Non
se ne è fatto mai niente.
Si è anche parlato della Ferrovia del Matese.
È
sembrato ed è un grandioso progetto quello di perforare il Matese anche per
farvi proseguire la ferrovia piedimontese. Queste allo scopo di abbreviare le
distanze sulla futura Napoli-Vasto, o Napoli-Termoli.
La
galleria non potrà attraversare in linea retta il massiccio a causa della sua
natura carsica che fa presupporre difficoltà enormi sotto la zona del lago.
Ci
troviamo infatti su una diagonale che va da m.
Le
soluzioni tecniche non mancano: si può pensare ad una deviazione
Piedimonte-S. Potito S.-Auduni-Cusano Mutri. in tal caso il collegamento
submatesino risulterà di Km. 31+700, e ridurrà il percorso Napoli-Vasto di
quasi il 40%. Potrebbe seguire il percorso della galleria dell’acquedotto.
Come
opportunamente ha scritto lo studioso Prof. Giuseppe Pace, tempo addietro, “la Galleria del Matese coinvolge ambienti
di 2 Regioni, 3 Province, 3 Comunità Montane, un Consorzio Nucleo Industriale
ed almeno 3 Comuni direttamente interessati”. L’esperto continua: Attualmente il costo medio di una galleria
in roccia sedimentaria simile a quella del Matese, è di circa 25 miliardi a Km.
Se, si allarga soltanto e si adatta la galleria esistente (acquedotto, che
trasporta 3,1 mc/s di acqua dalle sorgenti del Biferno alla Campania costiera)
attraverso il Matese, il costo previsto è valutabile a poco più della metà di
quello suddetto.
Nel Matese sono da allargare 2 tunnel lunghi rispettivamente
10 e
Le
indicazioni dei costi-benefici della galleria del Matese fornite dallo studio
del prof. Pace, naturalmente sono meramente indicative e non tengono conto
delle valutazioni politico-sociali che fanno ritenere un progetto pubblico
economicamente conveniente e socialmente desiderabile quanto il totale dei
benefici ad esso associati supera i costi.
La situazione attuale della penetrazione viaria ha
notevolmente cambiato le esigenze della zona del Matese.
Ed
infatti:
• È
stata costruita e ripristinata la ferrovia Alifana, Napoli-Piedimonte M. - ed ora
è in fase di ammodernamento, ma rimane pur sempre un tronco morto che termina a
Piedimonte. Indubbiamente essenziale e vitale per l’intera zona, ma priva di
validità interregionale se, com’è, tronca a Piedimonte.
• È stata costruita la strada a scorrimento
veloce Caianello-Telese-Benevento che però passa a
• È
stato costruito il tratto della superstrada della Valle dell’Isclero per
Maddaloni-Caserta-Napoli e, quindi, è divenuto l’asse di penetrazione verso il
Matese.
Non
v’è più alcun dubbio che il Matese casertano è rimasto fuori dalle linee
principali di traffico sia stradale che ferroviario e non può più in alcun modo
sopperirsi. Sono scelte che lasciano il segno!
Rimane
soltanto:
• Creare un collegamento veloce tra
Piedimonte e la superstrada della Valle dell’Isclero per Caserta; perforare il
Massiccio del Matese e, con superstrada e strada ferrata, collegare Piedimonte
Matese e la zona con Boiano o Vinchiaturo ed aprire così la zona all’intero
Molise.
Questo
è l’unico volano di sviluppo per una zona che è rimasta ormai indietro di 100
anni.
Tanto
più necessario per ridare lustro a contrade ricche di storia, di tradizioni
socio-economiche, culturali e politiche di notevole spessore per il passato e
che rischiano di non avere più futuro se non si interviene con assoluta
sollecitudine.
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