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        Dal libro: Il Vescovato alifano nel Medio Volturno, di Dante B. Marrocco; Edizioni ASMV – Piedimonte Matese, 1979.

 

 

Capitolo VIII

 

Le organizzazioni popolari

 

 

Sviluppo storico e loro valore nella Chiesa. – Le organizzazioni popolari sono quelle che nella Presentazione definivo la terza componente della comunità ecclesiale. Anche nella diocesi in esame obbediscono a due indirizzi organizzativi, che corrispondono quasi esattamente a due momenti storici.

Del primo tipo sono le confraternite, originate nel ‘200 e anche prima, assurte a importanza economica dal ‘600 all’800, oggi decadute. La loro caratteristica cultuale-amministrativa è l’autonomia e la localizzazione. Non dipendono da altre, stanno solo in un posto per un culto locale (anche se lo si pratica in molte parti), e spesso hanno un abito da cerimonia, il “sacco”, tipico e sfarzoso.

Dall’800 prevalgono i sodalizi. Tengono un’organizzazione unica per tutta l’Italia o per tutta la Chiesa. Più che per un culto locale, esistono per un culto o scopo generale, e perciò hanno un centro unico, quasi sempre a Roma. Sono cellule di un vasto organismo.

Questo secondo tipo, già esistente da secoli nel Terzo ordine di vari ordini religiosi, si è affermato ai tempi nostri, con limitata autonomia locale, meno appariscenza esteriore, ma visuale operativa più ampia.

Organizzazioni popolari religiose sono anche le “cappelle” e i “monti”[1]

Le due categorie non hanno assunto mai ruolo carismatico e culturale. Qualche tentativo simile fu bollato come ereticale. Non è detto che in futuro non possano ripigliare un ruolo di democrazia teocratica, sia per la formazione personale che per la gestione di opere cultuali e sociali.

Le “cappelle laicali” furono prima affidate esclusivamente alla gerarchia ecclesiastica per controllo. Ma in seguito intervenne lo Stato.

Per l’art. 266 della legge organica amministrativa del 12 Dicembre 1816, si ebbe il controllo del corpo municipale, ribadito dall’art. 140 delle istruzioni del 20 Maggio 1820. Re Ferdinando I ribadì il controllo statale, e tutte le opere pie derivate e amministrate da corporazioni furono iscritte in un catalogo. Per la diocesi in esame abbiamo consultato il Catalogo dei luoghi pii laicali di Terra di lavoro… (Caserta 1853).

Col regno d’Italia, più forte il controllo laico divenne sui legati e opere pie, ma è cessato col concordato del 1929.

Passiamo a quanto si ricorda nei nostri paesi.

 

Ad Ailano:

Confraternita del Corpo di Cristo.

Confraternita dell’Addolorata.

Confraternita del Rosario.

Le tre confraternite di Ailano esistevano già nel ‘700. La più antica è quella del Corpo di Cristo.

Cappella di Ave Gratia Plena. – Non se ne sa l’origine, che pare rimonti al ‘600. Nel 1849 fu riconosciuta con r. decreto. Oltre al culto aveva provveduto alle esigenze di un piccolo ospedale locale. Il 13 Marzo 1870 passò alla Congrega di carità.

Cappella di s. Sebastiano. – Anch’essa pare rimonti al ‘600. Fu riconosciuta con regio decreto nel 1849, e il 13 Marzo 1870 ne fu devoluta l’amministrazione alla Congrega di carità.

Cappella di Gesù Cristo. – Come per le altre non se ne sa l’epoca di fondazione. Anch’essa fu riconosciuta nel 1849 con regio decreto, e il 13 Marzo 1870 passò alla Congrega di carità.

Cappella del Purgatorio. – Neanche di essa si sa l’origine. Fu riconosciuta, come le altre, nel 1849, e il 13 Marzo 1870 passò alla Congrega di carità.

Cappella del Rosario. – Valgono le stesse notizie delle altre.

Ospedale. – Da una cronaca del primo ‘700 si ricava che consisteva in una casetta a disposizione di pellegrini e di pezzenti di passaggio ai quali si dava solo il coperto. Riscoteva una piccola rendita di 15 Ducati, che il clero della chiesa madre incorporò alla cappella del Purgatorio.

 

Ad Alife.

Confraternita di s. Pietro al mercato. – Esisteva nel 1223, nella chiesa omonima[2].

Confraternita… (nella Cattedrale). – Appare dal testamento del conte Marco Burrelli del 19 Ottobre 1523: “…legat beneficio Cappellae Congregationis Allyphanae ducatos mille de carolenis…[3].

Confraternita del SS. Sacramento. – Istituita il 19 Maggio 1543 da Papa Paolo III nella Cattedrale (pergamena originale nell’Archivio della Cattedrale).

Confraternita dell’Immacolata. – Fondata il 29 Maggio 1817, ebbe il regio Assenso e l’approvazione del vescovo Gentile. Fino al 1864 si riunì nel soccorpo della Cattedrale. L’abito da cerimonia era bianco con mozzetta celeste. Possiede due sepolcreti al cimitero. Le elezioni si tenevano la 2° Domenica di Novembre.

Confraternita di S. Sisto. – Fu fondata il 5 Aprile 1885. Risiedeva in s. Caterina, e possiede il sepolcreto al cimitero. L’abito era bianco con cappa rossa con risvolto giallo.

Pia Unione di N. Signora del S. Cuore. – Istituita il 4 Dicembre 1875, il 30 Dicembre fu aggregata all’arciconfraternita omonima in Roma. Scopo era di curare gli esercizi spirituali al popolo durante la novena dell’Immacolata, ed il suffragio per gli iscritti defunti.

Cappella del buon Gesù. – Sembra la più antica. Già dal 28 Ottobre 1706 dal vescovo De Lazàra fu annessa alla piccola massa di entrate del Capitolo.

Cappella del Sacramento. – S’ignora la fondazione. Verso metà ‘800 possedeva terre per 36 tomoli (Cardete, Prati, Quercelle) con una rendita di L. 70 annue.

Cappella di s. Sisto. – Da un attestato del sindaco Francesco Di Gregorio del 20 Marco 1785 risulta che possedeva un trappeto; inoltre una casa in via Vescovato fittata per L. 14 annue.

Cappella della Vergine del Rosario. – Possedeva un piccolo fondo della rendita di L. 23 annue.

Ospedale de le fratarìe. – Riservato perciò non a pellegrini, cioè forestieri (quello stava fuori porta Beneventana, diretto dai cavalieri Gerosolimitani), ma alle fratarìe. Un termine questo non chiaro, se cioè riservato a frati, religiosi, o esteso anche a confraternite. Aveva annessa la chiesa di s. Caterina. Nel ‘400 funzionava ancora. Da secoli la chiesa è di patronato comunale, segno che anche l’ospedale aveva qualche carattere pubblico, almeno in ultimo.

 

In Calvisi e Carattano:

Confraternita del Rosario. – Non si sa la data di fondazione. Ebbe il R. Assenso il 31 Agosto 1830. Le elezioni si tenevano la 3° Domenica di Dicembre. Si era assai arricchita, ma il 19 Ottobre 1869 tutte le sue proprietà passarono alla Congrega di Carità di Gioia.

Cappella del SS. Sacramento a Calvisi. – Ebbe il Regio Assenso nel 1849, ed il 19 Ottobre ’69 fu amministrata dalla Congrega di Carità di Gioia.

Esisteva già nel ‘600. Ad essa furono donate le reliquie di s. Liberato dal vescovo De Lazzara.

Cappella del Rosario. – Le stesse date della precedente.

Cappella di s. Maria della Libera a Carattano. – Tutto come la precedente.

 

A Castello Matese:

Confraternita di S. Maria d’ogni grazia. – Fondata nel 1650, ricevé le prime regole dal vescovo Porfirio, il 2 Settembre 1714. Il 1° Giugno 1780 ebbe il R. Assenso, e il 15 Agosto 1912 approvò l’ultima redazione degli statuti.

Il 17 Novembre 1702 ci fu l’aggregazione all’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma; Fondatore e 1° Prefetto era stato don Giovanni Pascarelli + 1656.

Per le elezioni non era determinato il giorno. Possedeva terre, vani terranei, censi, capitali e mobilio.

Nella cappella tuttora si conservano le statue, e si compiono devozioni per il Cristo morto, la Madonna delle grazie, l’Arcangelo Michele, s. Lucia e s. Margherita da Cortona. Svolgeva pure un’attività scolastica pagando qualche maestro.

Confraternita del Sacramento. – S’ignora la data di fondazione e lo statuto. Nel 1849 non aveva capitali, e si reggeva sulle contribuzioni dei confratelli.

Confraternita del Rosario e S. Maria della Vittoria. – Nel 1712 inizia il Libro dei censi e nel 1873 aveva una rendita di L. 129,70. Le elezioni si tenevano la 1° Domenica di Ottobre.

Confraternita della Misericordia. – Fu istituita in S. Croce, il 21 Marzo 1921.

Monte dei Pegni. – Fondato in anno imprecisato, il 7 Maggio 1849 ebbe il Regio Assenso, e il 13 Giugno 1871 ci fu il regio decreto che lo riconosceva.

In poco tempo si era notevolmente sviluppato. Mentre nel 1849 aveva un capitale di Ducati 59,70 nel 1873 possedeva un capitale circolante di L. 5.934, 74 con una rendita di L. 499,32.

Frutto delle Confraternite locali, durò fino al 1934.

Cappella del Santissimo. – Non si conosce la fondazione. Nel 1849 aveva rendite per ducati 41,61 che dal 3 Gennaio 1870 furono amministrati dalla locale Congrega di carità. Curava la festa del Corpus Domini.

Cappella del Rosario. – Derivata dalla confraternita, nel 1849 aveva un capitale che fruttava Ducati 57,04 di rendita. Il 25 Novembre 1869 aveva ricavato una rendita di ben 5.136,77 lire. Era proprietaria di una spezierìa a via Olivella.

Non vi è mancato un piccolo ospedale, nominato “casa degli infermi”. Se ne ha ricordo dalla Memoria per la confutazione al voto, del 16.

 

A Letino:

Confraternita di S. Giovanni Battista. – Non si sa con precisione l’anno di fondazione. Ebbe il R. Assenso il 21 Febbraio 1857. Distribuiva indumenti ai poveri e dava un maritaggio a un fanciulla povera.

Le elezioni si tenevano la 3° Domenica di Settembre. Sul camice bianco i confratelli indossavano una mozzetta rossa.

Cappella dell’Ospedale. Di origine ignota, amministrava un piccolo ospedale. Il 21 Dicembre 1869 passò alla Congrega di carità che dalle entrate dell’Ospedale e delle altre opere pie amministrava una rendita annua di L. 4.630,87. Da quell’epoca non è esistito più un ricovero per infermi, e le elargizioni si fecero a domicilio.

Cappella del Rosario. – S’ignora la fondazione. Il 21 Dicembre 1869 pass. alla Congrega di carità. Possedeva tre paduli, cioè terreni irrigabili, e curava la festa del Rosario e il suffragio.

Cappella del SS. Sacramento. – Non si sa la fondazione. Aveva i suoi capitali che, al solito, passarono alla Congrega di carità.

Cappella di S. Maria al castello. – Anch’essa, alla stessa data delle precedenti passò alla Congrega di carità.Curava la festa della Madonna, il suffragio e opere di beneficenza.

Cappella Monte dei morti. – Anche per essa vale la data di passaggio alla Congrega di carità. La principale devozione era il suffragio per le anime dei trapassati.

 

A Piedimonte:

Confraternita della SS. Trinità. – Il titolo non è sicuro. Nel 1417 già esisteva nella cappella dello stesso nome (oggi s. Lucia ad aquas). I confratelli erano tenuti a pagare il clero per i riti della festa della Trinità. Si ricava dal regolamento del vescovo Sanfelice del 1417, ar. 35 e 36.

Confraternita di s. Sebastiano. – Non si sa niente sulla fondazione. Nel 1538 cedette la cappella dedicata al santo, presso il ponte al Toranello, da incorporare nella chiesa del Carmine.

Confraternita di S. Maria Occorrevole. – Nel breve di Papa Innocenzo VIII Piis fidelium votis, del 7 Febbraio 1487, appare già fondata dai fedeli nella chiesa sul monte Muto “…quandam utriusque sexus confraternitatem instituerunt”. E con l’approvazione del vescovo si dettero gli statuti: “…ac pro illius bono ac felici regimine, confratres ipsi de consensu et voluntate Episcopi, nonnulla statuta, ordinationes seu capitula fecerunt”. Il santuario stava sotto il patronato del signore e del comune di Piedimonte, e per l’amministrazione si venne a un accordo: invece di uno furono due i maestri o governatori, uno dei quali nominato dal signore di Piedimonte (Onorato Gaetani e successori), l’altro dall’università. Così durò fino al 1809. Potevano nominare i cappellani anche senza il consenso del vescovo: “…presbyteros saeculares idoneos… ad eorum nutum ponendos, amovendos, etiam absque Dioecesani loci licentia”. I confratelli potevano lucrare numerose indulgenze, e una volta in vita, come in punto di morte, potevano scegliersi un confessore per i peccati riservati alla S. Sede, ma dovevano digiunare tutti i sabati almeno per un anno.

Nel 1679 la confraternita si trasferì in S. Sebastiano, una chiesa di sua proprietà in Piedimonte. Non sapendosi in quale sabato era stata scoperta l’immagine della Madonna sulla montagna, tutti i sabati di Quaresima vi si esponeva solennemente il Sacramento, c’era un sermone e la recita delle litanie.

Nel 1611 i governatori dettero a s. Maria Occorrevole ai Serviti, che però dopo un anno se ne andarono. Nel 1674 la dettero agli Alcantarini, con l’atto per Not. C. Ciccarelli del 21 Luglio.

Quando l’università costruì la via (quella vecchia attuale 1698-700), la confraternita fece edificare sette cappelle (la prima e l’ultima sono rovinate), decorandole di pitture e spendendo Ducati 435.

Nel 1809 furono incamerati i beni, e la fratellanza si estinse. A metà secolo, ancora in S. Sebastiano se ne ammirava la preziosa croce di argento, ancora per tutto l’Ottocento vi si conservarono mozzette, gonfalone e stendardi, e vi erano devoti che, rivestiti dell’abito della cessata corporazione, il martedì in albis salivano devotamente sulla montagna.

La confraternita aveva edificato la chiesa di s. Rocco, e nel 1611 l’aveva ceduta alla confraternita di Morte e Orazione. Possedeva pure s. Sebastiano e s. Giacomo. Dal catasto del 1754 appare proprietaria di tomoli 216 di terreni aratori e boscosi, di 989 pecore, 56 bovini, Ducati 12.073 di capitali. Le terre, dalla montagna ad Alife, furono vendute dal Fisco.

Bibliografia: cenni su tutte le storie di Piedimonte e di S. Maria Occorrevole; Platea dei beni (1793), ff. 348-355; Vertenza fra i PP. Alcantarini… e Alessandro del Giudice (Piedimonte 1883).

Confraternita del Rosario. – Fu fondata nel 1559 nella chiesa di s. Tommaso d’Aquino (s. Domenico). Ebbe il R. Assenso il 25 Settembre 1777. L’abito risultava di camice bianco e mozzetta celeste con galloni e ricami. Oltre al gonfalone, a principio del ‘900 faceva uscire nella processione del Rosario quindici piccoli vessilli dipinti dal pittore piedimontese Pasquale De Jorio coi misteri del Rosario; per le solenni esequie i confratelli usavano sacco e cappuccio bianco.

Nel 1616, dai confratelli, su consiglio dei Domenicani fu fondato il locale Monte dei pegni, per resistere all’usura.

Nel 1873 aveva una rendita di L. 613,28 in titoli, capitali e contributi.

I confratelli erano quasi tutti artigiani, e per essi c’era la messa dei fratelli, un’ora prima dell’alba. Dopo passavano nelle loro officine.

Reale Arciconfraternita del Carmine. – Fondata, pare, non molto dopo il 1538, fu la prima a Piedimonte ad avere il R. Assenso, il 19 Agosto 1776, e perciò i suoi confratelli sfilavano nelle processioni al posto d’onore. Soppresso l’Ordine carmelitano da Murat, e ceduto il convento allo svizzero Egg, la confraternita passò alla chiesa dei Celestini, anch’essi soppressi, e da allora, nel 1813, ne ha fatto la sua sede. Con Real Rescritto del 21 Settembre 1859 fu elevata ad Arciconfraternita, a condizione che erogasse almeno 30 Ducati annui per opere di beneficenza. Tanto onore le era venuto perché due anni prima, dopo l’alluvione del 13 Settembre, e i danni subiti, e i preziosi doni del Re Ferdinando II, i confratelli avevano nominato il sovrano “priore perpetuo”. Il 16 Novembre ’57 il Re, rappresentato dal Sottintendente conte Francesco Viti, ne aveva preso possesso.

Il 15 Settembre 1866 un decreto luogotenenziale da Firenze, ne approvò lo statuto. Ne appare che la confraternita aveva un medico-chirurgo e un farmacista propri; aveva visitatori dei poveri, “giornanti” e “nottanti” per assistere gl’infermi; faceva visite ai carcerati e curava il seppellimento dei morti per carità. Nel 1863 edificò la propria cappella al cimitero.

L’abito imitava quello carmelitano: camice marrò scuro, e cappa giallolatte; tosone marrò con ricami e placca d’argento.

Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 63,36.

 

Bibliografia: Statuto organico e regolamento interno della Venerabile Arciconfraternita di S. Maria del Carmine (Piedimonte 1875); La verità (Napoli n. 29 del 17 Luglio 1858), descrive la cerimonia del possesso del Re.

Arciconfraternita del SS. Sacramento dei Nobili. – Fondata nel 1599 in s. Domenico, ove tenevano l’oratorio, ebbe per scopo la carità cristiana e l’assistenza ai carcerati. Nel 1680 fu aggregata all’arciconfraternita omonima alla Minerva in Roma. Il 20 Giugno 1776 ebbe il R. Assenso, ribadito sulla fondazione il 21 Luglio 1784. Il 2 Ottobre 1829 con bolla di Papa Pio VIII fu elevata ad arciconfraternita, con vari privilegi fra i quali di aggregare altre confraternite extra urbem: ubique locorum. Il decreto del Papa fu confermato dal Re il 28 Aprile 1832.

Il 12 Aprile 1841 ci fu il R. Rescritto che li autorizzava a indossare l’abito rosso (camice e sarrocchetto e tosone) uguale a quello dell’arciconfraternita dei Pellegrini di Napoli, e il 2 Giugno 1842, alla processione di s. Marcellino, l’élite di Piedimonte sfilò per la città. Ai funerali partecipavano in borghese, dietro la bara. La fratellanza nobile sovvenzionava i “pezzenti”, come a Napoli a cui si guardava in tutto. Questi, in camice bianco seguivano le esequie reggendo una bandierina nera, su cui stavano scritte in carta bianca le iniziali del nome e cognome del nobile defunto. Nel 1860 edificò la sua cappella al cimitero.

Le elezioni si tenevano il 1° Gennaio. Nel 1829 aveva una rendita di Ducati 29,20, e nel 1873 la rendita di L. 119,86.

Fu sciolta nel 1881.

Confraternita del SS. Nome di Dio. – Era la terza confraternita esistente in s. Domenico.

Il 25 Settembre 1777 ebbe il R. Assenso.

Si fuse in seguito con quella del Rosario, con la quale nel 1873, fu tassata per L. 613,28 di rendita.

Bibliografia: per le confraternite in s. Domenico v.: D’Andrea F.G., Il convento di S. Tommaso d’Aquino in Piedimonte Matese in un registro del secolo XVIII, su Annuario 1977 dell’A.S.M.V., 73 sgg.

Confraternita di Morte e Orazione. – Fondata nei primi anni del ‘600, era sorta per seppellire “qualsivoglia morti”[4]

L’11 Novembre 1621, con strumento per Not. Michele Perrotta di Piedimonte, stette all’arbitrato del vescovo Seta, in una lite fra gli eredi della fondatrice della chiesa di s. Rocco e gli economi di questa.

Il 31 Agosto 1786 ebbe il R. Assenso, e il 10 Dicembre dello stesso anno fu aggregata all’arciconfraternita omonima in Roma.

L’abito consiste in un camice bianco con mozzetta nera gallonata e ricamata in oro; nelle cerimonie mortuarie è completamente nero con cappuccio.

Le elezioni si tengono il 15 Agosto. Nel 1860 edificò la sua cappella al cimitero, che ha ampliato nel 1967.

Nel 1611 le fu concessa la chiesa di s. Rocco dalla confraternita di s. Maria Occorrevole con l’obbligo di portare processionalmente ogni anno una candela di una libbra nel santuario sulla montagna, nel Martedì di Pentecoste.

Dal catasto del 1754 appaiono gli obblighi: mandava cere a S. Maria Occorrevole e a S. Sebastiano, agli Alcantarini dava grano e Ducati 230.

Confraternita di S. Mari di Costantinopoli. – Fondata nel 1626, fu aggregata a quella esistente nella cappella dei ss. Lorenzo e Dàmaso di Roma. Curò l’ampliamento della chiesa ove aveva sede, nella frazione Scorpeto. Il 9 Aprile 1713 stabilì il capitolato con sei cappellani. Dava un maritaggio annuo di 15 Ducati.

Dal catasto del 1754 appare il suo patrimonio: era ben ricca; e forse teneva organizzati i confratelli pastori, dato che possedeva 1.480 pecore, 334 capre, 32 bovini; un credito di 5.526 Ducati col principe De Luna d’Aragona.

Confraternita di S. Maria della libera. – Fondata nel primo Settecento, ebbe il R. Assenso il 22 Settembre 1787. Le elezioni si tenevano l’8 Settembre. L’abito consisteva in camice bianco e mozzetta celeste. Dall’Annunziata si trasferì in S. Filippo.

Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 134,94 e nel 1873 di Lire 657,69.

Cappella del SS. Sacramento. – Fondata nell’Annunziata. Nel 1719 i beni servirono a dotare altri sei canonici istituiti in quella Collegiata.

Cappella di S. Rocco e SS. Sacramento. – Fondata nella chiesa di Sepicciano. Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 147,07.

Cappella di S. Maria di Costantinopoli. – Fondata dalla confraternita omonima nella chiesa dello Scorpeto, nel 1849 aveva una rendita di Ducati 386,95.

Cappella di S. Sebastiano. – Nella chiesa del Carmine stava una cappella laterale dedicata al santo, già titolare prima che si costruisse la nuova chiesa nel 1538. Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 296,17 di cui disponeva la commissione di beneficenza.

Cappella dell’Annunziata. – Era fondata nella chiesa omonima. Nel 1719 i suoi beni, come quelli dell’altra del Sacramento, servirono a dotare altre sei canonici in quella Collegiata.

Cappella di S. Marcellino. – Fondata in S. Maria Maggiore, nel ‘600. Faceva celebrare 23 messe e 4 anniversari.

Monte Pierleone. – Stabilito il 1° Novembre 1773 col testamento degli ultimi Pierleone, Maria, Aurora e don Francesco. La rendita andava per soccorsi ai poveri e per opere di culto.

Monte Mastrodomenico. – Deriva dal testamento del 17 Dicembre 1691 di Filippo Mastrodomenico che lasciò quanto possedeva alla cappella del Sacramento in S. Maria, per avere mille messe l’anno, per vari maritaggi e per la festa a s. Filippo Neri. Nel 1849 aveva la notevole rendita di Ducati 625,95. Otto maritaggi passarono al monte delle doti.

Monte delle doti. – Sempre dal Catalogo dei luoghi pii laicali apprendiamo che esisteva in Piedimonte, e a metà ‘800 dava dieci piccole doti o maritaggi, otto per fanciulle piedimontesi e due per altre dei sobborghi. Di essi otto venivano ricavati dal Monte Mastrodomenico e due dalla cappella Ave Gratia Plena.

Monte dei pegni del Rosario. – Fu fondato nel 1616 dai confratelli del Rosario che, per consiglio dei Domenicani, vi destinarono tutti i superi di cassa. Fu il quinto di Terra di lavoro; era necessrio per sottrarre i Cristiani all’usura. Aveva sede in un locale alla Crocevia (oggi piazza E. d’Agnese).

Durante il ‘700 subì tre furti, e in compenso ebbe un testamento da don Giovan Battista Battiloro. Nel 1799 fu derubato interamente dai Francesi invasori. Fu riaperto nel 1802, col capitale di Ducati 102,01 ma nel 1811, Murat non riconobbe il debito pubblico dello Stato verso i Luoghi pii, che fallirono tutti, e anche il nostro Monte ne subì le conseguenze. Nel 1820 i nuovi amministratori dettero un regolamento: stavolta la confraternita inviò un delegato, ma decideva in maggioranza la commissione di pubblica beneficenza; e mentre fino allora non si pagava niente per il prestito, da quell’anno si pagò il 6 per cento.

Nel 1867 il Monte passò a una nuova sede al Mercato, e il capitale risultava così ripartito: L. 32.162,05 capitale libero, L. 2.756,75 depositato per maritaggi. Le uscite erano L. 518,50 per stipendi, e L. 18,95 per contributo fondiaria. Il 7 Gennaio ’71 la situazione era: pegni esistenti n. 1.674 per L. 40.734,55. Certo, bisogna tener presente che l’aumento dei capitali del Monte era in proporzione diretta della crisi che attanagliava Piedimonte con la chiusura del grande cotonificio, e comunque il Monte, per quel che poteva, resisteva a quella crisi. Ritornato il benessere col lavoro, il capitale non aumentò molto: al 31 Dicembre 1924 era di L. 109.352,90. Con la svalutazione e la quantità di moneta cartacea circolante, è rimasto pressoché inattivo.

Monte dei sussidi. – Non si conosce l’epoca della fondazione. Dava sussidi in denaro, e distribuiva vesti e medicine. Nel 1873 fu annesso alla Congrega di carità.

Cappella A.G.P. – Esiste sicuramente dal ‘600, e forse prima. Amministrava l’ospedale di Vallata.

Cappella di S. Maria Occorrevole. – Amministrava il santuario. Fondata dalla confraternita, divenne autonoma dopo il 1809, e nel 1849 godeva la notevole rendita di Ducati 333,78, la maggior parte della quale devolveva agli Alcantarini.

Cappella delle Sorelle del Rosario. – Fondata in S. Domenico, concedeva due maritaggi di 10 Ducati l’uno; nel 1849 aveva una rendita di Ducati 261,23.

Monte del SS. Sacramento, detto pure Monte dei Morti. – Stava in S. Maria Maggiore, fondato nel 1625 dal vescovo Zambeccari. Si pagava grani due e mezzo al mese, e celebrava tre messe al giorno. A morte di ogni iscritto, 40 messe lette, una solenne e un anniversario da parte dei canonici. La governava un Rettore, che però era extra partem, non scelto fra i dodici di S. Maria. Gli avanzi costituivano rendite. Nel 1706 il vescovo Porfirio volle eleggere rettore e segretario, fin’allora scelti dai canonici. Questi ricorsero all’Uditore della Camera apostolica, e il 4 Settembre venne un monitorio contro i promotori. Il vescovo si riservò la verifica dei conti.

La cappella s’impegnò a fornire l’olio per la lampada del Sacramento nella nuova parrocchia di Sepicciano. Aveva un quantità di crediti, e alcuni li alienò per costruire la cappella del Sacramento pure nella erigenda chiesa parrocchiale di Sepicciano.

Pia Associazione dei ss. Cuori. – Fu fondata in S. Maria Maggiore, il 28 Giugno 1878 dall’arciprete mns. L. Merolla, e il 28 Settembre 1880 fu canonicamente eretta dal vescovo Volpe, e ci furono feste straordinarie. Direttore era l’arciprete pro tempore, coadiuvato da un Consiglio direttivo che ne curava l’amministrazione. Era formato da gruppi di 33 persone ognuno, e per ognuno di essi un Zelatore o Zelatrice curava la distribuzione degli obblighi bimestrali spirituali su apposite pagelle. Ogni 1° Venerdì del mese si celebrava la messa per i benefattori, e ogni 1° Domenica c’era solenne adorazione eucaristica. Veniva celebrato tutto il mese di Giugno, e si concludeva con la processione del S. Cuore, nella 1° Domenica di Luglio.

Era stata preceduta da un’altra organizzazione simile, fondata, pure in S. Maria nel 1832, e aggregata in Roma alla Pia Unione in S. Maria ad pineam detta poi della Pace, con le stesse indulgenze.

Il 21 Settembre 1901 fu aggregata all’Apostolato della preghiera.

Ospedale dei pellegrini. – Se ne ha notizia già nel ‘400, ma doveva esistere da molto prima. Sorgeva sotto il muraglione che dal castello (oggi palazzo ducale) chiudeva la piccola Piedimonte fino alla porta S. Arcangelo, accosto alla cappella omonima al Ponte. Nel 1754 esisteva ancora. Ad esso accenna un decreto di S. Visita del 1535, e il decreto imperiale del 1730 col quale Piedimonte è dichiarata città. Aveva sei posti. Era quello dei Domenicani o altro più antico?[5]

Ospedale Ave Gratia Plena. – Un secondo ospedale a Piedimonte sorse nel primo ‘600. Nicola Vincenzo Costantini (strumento 16 Marzo 1616) lasciò casa e rendita, e Marcantonio Messere (strumento 8 Maggio 1621) lasciò erede dei suoi beni la confraternita dell’Annunciazione con l’obbligo di pensare anche all’ospedale. I posti, fino a tutto il ‘700 erano sei.

Pagava 16 carlini al medico e 15 al cerusico. I Carmelitani vi svolgevano gratuitamente l’assistenza spirituale.

Cessato durante il ‘700 l’ospedale di Piedimonte, la rendita divenne notevole: nel 1849 raggiungeva Ducati 944,16 (v. Ospedale). In origine dava anche due maritaggi, passati poi al Monte delle doti.

Nel 1879, il vescovo Barbato Pasca lasciò all’ospedale le sue rendite, L. 3.405 annue, che determinarono l’ampliamento del nosocomio.

Conservatorio delle orfane. – La carità cristiana determinò don Nicolò Gaetani d’Aragona e la colta e caritatevole consorte donna Aurora Sanseverino, a fondare nel 1711 un conservatorio per le orfane. Le fabbriche, al Largo S. Sebastiano, spingentisi con ardito arco oltre il Torano, terminarono nel 1719. Dai fondatori fu dotato con 500 pecore, e affidato per l’amministrazione alla confraternita di S. Maria Occorrevole, e per la direzione a una religiosa, della quale non si sa nome e congregazione. Ma durò un trentennio. Il 3 Luglio 1746, un R. Dispaccio ordinava l’allontanamento della superiora per i suoi modi tirannici, la restituzione delle fanciulle ai parenti, e la retrocessione dell’edificio ai donatori.

Per l’orfanotrofio femminile delle Figlie della carità si veda il capitolo sui Religiosi.

Mendicicomio. – Il 10 Dicembre 1937 i fratelli Laura e Simone Fantini donavano il loro patrimonio alla mensa vescovile, per opere di culto.

Con questo patrimonio, il sacerdote Lucio Ferritto, fondò un mendicicomio intitolato “Casa della Divina Provvidenza”. L’istituto fu affidato alle Suore Apostoline del S. Cuore di Gesù, ed ebbe per superiore-direttrici suor Alessia e suor Pacifica. Verso il 1960 vi stavano ricoverati sui trenta vecchi in due reparti. Per i ricoverati c’era la sovvenzione governativa di L. 7.000 mensili. Molto altro veniva dato dal Ministero degli Interni Prefettura, Comuni (cui apparteneva il ricoverato), e popolazione. Purtroppo la pia istituzione non ha durato, e dal 1963 è chiusa.

Pia Opera del pane di S. Antonio. – Fu fondata il 10 Gennaio 1921 a Piedimonte, nella chiesa di s. Francesco. Il Bullarium della curia chiarisce lo scopo: “…ad pauperes sublevandos, panem eis tribuendum, ac devotionem erga thaumaturgum Antonium Patavinum fovendam…”. Lo statuto in 8 articoli prevedeva una quota annua di L. una.

Conferenza di s. Vincenzo de Paoli. – Fu fondata dal vescovo Noviello nel 1931. Si riuniva nella biblioteca L. Paterno, e gli iscritti contribuivano ad ogni riunione, e spesso si recavano in casa dei poveri per soccorrere e perfino per fare pulizia e dare indumenti.

 

A Prata:

Cappella del Corpo di Cristo. – Esisteva già nel ‘600. Fondatore e donante fu Giacomo Cardillo, con testamento del 22 Dicembre 1699. Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 130,92. Il 31 Ottobre 1867 passò alla congrega di carità.

Due lapidi in S. Pancrazio ricordano i donante:

D.O.M. / ARAM HANC ET CAPPELLAM QUAM / INSPICITIS DEO EUCHARISTICO DICA / TAM PROPRIA SUCCESSIONE DOTAVIT / QUIDAM JACOBUS INFIMUS CIVIS PRAT / ENSIS VIGORE TESTAMENTI IN SCRIPTIS / ROGATI MANU QM. NOTARY HOANNIS VENDE / TTUOLO TERRAE FOSSACECAE XI KALEN / DAS JANUARY MDCIC APERTI ET PUBLI / CATI VIII KALENDAS DECEMBRIS MDCC / XXIX PER NOTARIUM MARCANGELUM / VENDETTUOLO EIUSDEM TERRAE.

 La congrega di carità aggiunse:

OBSEQUIUM TESTAMENTI / JACOBI CARDILLO CHARITATIS / CONGREGATIO PP. MDCCCLXXIII.

Cappella di s. Nicola da Tolentino. – Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 143,62. Alla stessa data della precedente passò alla congrega di carità.

Cappella del Rosario. – Nel 1848 aveva la rendita di Ducati 66,34. Anch’essa passò alla congrega di carità.

Cappella di S. Maria della misericordia. – Con la rendita di Ducati 34,27 nel 1846 provvedeva alla festa e a qualche beneficenza. Alla stessa data passò alla congrega di carità.

Cappella di S. Maria degli Angeli. – Non si conosce la sua rendita. Insieme alle altre cappelle e luoghi pii di Prata rese alla congrega di carità nel 1873 la rendita di L. 3.897,93.

Cappella di s. Sebastiano dell’Ospedale. – S’ignora la fondazione. Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 75,73. Come le altre, dal ’73 fu amministrata dalla congrega locale. In passato curava un ospedale locale.

 

A Pratella:

Confraternita del Rosario. – S’ignora l’epoca di fondazione. Ebbe il R. Assenso il 36 Aprile 1860.

Cappella del Corpo di Cristo (o del Venerabile). – Pare fosse un’antica confraternita. Nel 1849 non aveva patrimonio. Il 15 Marzo 1871 fu amministrata dalla Congrega di carità di Ciorlano. Con la autonomia del 1909, essa e le seguenti passarono alla congrega di carità di Pratella. In passato aveva amministrato un piccolo ospedale.

Cappella dell’Ospedale. – Non si conosce data di fondazione e rendita. Il 13 Marzo 1871 passò alla Congrega di carità di Ciorlano.

Cappella del Rosario. – Nel 1849 non aveva patrimonio, e alla stessa data delle altre fu amministrata dalla Congrega di carità di Ciorlano.

 

A Raviscanina:

Confraternita del SS. Sacramento. – Fondata il 10 Ottobre 1931 dal vescovo Noviello, nella chiesa parrocchiale di S. Croce: ad opera pietatis et charitatis fovenda, come dice la bolla di istituzione. Lo statuto è in 34 articoli. L’abito consiste di un camice bianco e mozzetta rossa nelle processioni, nera nelle esequie.

Cappella del SS. Sacramento. – Fondata, pare, ne ‘600. Il 18 Ottobre 1869 passò, come tutti i Luoghi pii laicali di Raviscanina, alla Congrega di carità, che si trovò ad amministrare la notevole rendita di L. 7.670,43.

Altre cappelle laicali erano:

Cappella del Rosario.

Cappella di Ave Gratia Plena.

Cappella della Pietà.

Cappella del Calvario. – La più ricca del paese. Nel 1849 amministrava una rendita di Ducati 711,91.

Cappella di S. Pietro.

Cappella di S. Antonio.

 

A San Gregorio Matese:

Confraternita del S. Nome di Maria. – Ottenne il R. Assenso il 30 Ottobre 1764. Le elezioni si tenevano il 12 Settembre. A metà Ottocento non aveva patrimonio, ma si reggeva sui contributi dei confratelli.

Cappella del SS Sacramento. – Nella “Collettiva generale delle oncie” del 1754, risulta molto dotata. Possedeva 1022 pecore (a 1 carlino l’una), 289 capre (a 2 carlini), 38 vacche (a 20 carlini), e anche cavalli “vetturali” (a 40 carlini).

Il 19 Ottobre 1869 passò alla Congrega di carità. La rendita di tutte le cappelle equivaleva a L. 1.402.

Le altre cappelle erano:

Cappella del Purgatorio.

Cappella di S. Maria delle grazie. – Nel 1849 aveva la rendita di Ducati 22,26.

Cappella di S. Antonio. – Piccola rendita nel 1849 di Ducati 13,38.

Cappella di S. Croce. – Nel 1849, Ducati 11,38 di rendita.

Cappella di S. Michele. – La più modesta di tutte: Ducati 1,05.

 

A San Potito:

Confraternita di S. Antonio. – Sorta nell’ultimo Seicento, ebbe il R. Assenso il 19 Maggio 1827. Risiedeva nella chiesa dell’Ascensione.

Le elezioni si tenevano la 1° Domenica di Novembre. Si reggeva sul contributo dei confratelli. L’abito imitava quello francescano.

Confraternita della S. Croce. – Detta pure dell’Addolorata e del Monte dei morti, aveva sede in S. Caterina, ed ebbe il R. Assenso il 4 Maggio 1829. Le elezioni si tenevano la 3° Domenica di Dicembre. Si manteneva col contributo dei confratelli.

Questi intervenivano alle processioni vestendo un camice bianco su cui mettevano una mozzetta nera ricamata d’argento.

Cappella dell’Ascensione. – L’origine va riportata dopo il 1651. Dotanti furono Vincenzo di Chello, Caterina della Nave, Caterina Riccio e altri. Nel 1849 era abbastanza ricca: Ducati 424,75 di rendita.

Cappella del Santissimo. – Dotanti furono Giacomo Sorillo, Francesco Colapetella e Prudenza Riccitelli.

Cappella di S. Antonio. – Insieme alle precedenti, il 10 Ottobre 1869 passò alla Congrega di carità.

 

A Sant’Angelo:

Confraternita del Rosario. – Ebbe il R. Assenso il 5 Aprile 1856. Le elezioni si tenevano la 3° Domenica di Dicembre. Si reggeva sulle prestazioni dei confratelli.

Cappella del SS. Sacramento. – Il 15 Gennaio 1870 passò alla Congrega di carità, e insieme alla altre opere pie dava la rendita di L. 742,73.

Altre cappelle laicali erano:

Cappella del SS. Nome di Dio.

Cappella del Rosario.

Cappella della Pietà.

Cappella di S. Giuseppe.

 

A Valle:

Confraternita dell’Addolorata. – Fu fondata nell’Annunziata il 5 Settembre 1778 da dodici sacerdoti: Domenico Rega arciprete, Stefano Landi, Nicola di Muccio, Fabio Landi, Pasquale Rega, Giovanni Riccio, Nicola Piazza fisico, Michele Pezzullo, Bartolomeo Rega fisico, il magnifico Giuseppe Rega, Leonardo di Muccio, Giuseppe Riccio e Domenico Varatta. Dietro istanza del vescovo Sanseverino ebbe il R. Assenso il 15 Novembre 1778, col quale si approvava lo statuto in 23 articoli. Le elezioni si tenevano la 1° Domenica di Ottobre. I confratelli vestivano un camice bianco e una mozzetta nera gallonata.

Si pagava la quota in questo modo: carlini 6 all’entrata, chi aveva da 18 a 25 anni, carlini 10 da 26 anni a 30, carlini 15 da 31 a 40, da 41 in poi decideva la fratellanza. In più c’erano le prestazioni: 2 coppe ocali (litri 5,60) di grano da ogni confratello; il grano ricevuto in Agosto (epoca della esazione) si conservava fino a Marzo; una parte si vendeva per opere di culto, una parte si restituiva ai confratelli con l’obbligo di restituirla alla confraternita aumentata di un decimo.

Cappella di S. Sebastiano. – Risale certamente all’ultimo Seicento. Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 72,30. Il 25 Giugno 1869 passò alla locale Congrega di carità Nel 1873 la rendita di tutte le cappelle laicali della Valle matesina fruttava L. 1.651,26. Le altre erano:

Cappella del Rosario.

Cappella della S. Croce. – Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 29,74.

Cappella del SS. Sacramento. – Alla stessa epoca riscoteva Ducati 50,34.

 

A Piedimonte, alcune confraternite vantavano un’antichità maggiore rispetto ad altre, e per iniziativa del commissario di campagna nel 1781 dovettero procedere secondo la data del regio assenso.

Nel 1869, anche la curia, ad evitare nebulosi riferimenti al passato, impose l’ordine di precedenza per tutta la diocesi fondandosi sul regio assenso, cioè sul decreto statale di riconoscimento. La precedenza fu attuata come segue: Arciconfraternita del SS. Sacramento dei Nobili (Piedimonte), R. Arciconfraternita del Carmine (Piedimonte), Confraternita del Nome di Maria (San Gregorio), Rosario (Piedimonte), Addolorata (Valle), S. Maria delle grazie (Castello), Morte e Orazione (Piedimonte), S. Maria della libera (Piedimonte), Immacolata (Alife), S. Antonio (San Potito), S. Croce (San Potito), Rosario (Calvisi), S. Giovanni Battista (Letino), Rosario (S. Angelo).

 

Fra i sodalizi moderni estesi a tutta la diocesi ricordiamo:

Pia Opera ripartitrice delle ingiurie. – Fu fondata dal vescovo Scotti (nel bullarium mancano date e firme), forse doveva essere diffusa in tutte le parrocchie, dato che la bolla di erezione dice: “…in ecclesia huius Nostrae Dioecesis titulo”, affinché la riparazione potesse avvenire più facilmente.

Opera diocesana dei Tabernacoli. – Nata per fornire di indumenti le chiese, fu fondata in diocesi dal vescovo Caracciolo.

Opera della Regalità di Gesù Cristo. – Esisteva in diocesi. Non si hanno notizie precise sulla fondazone.

Congregazione della Dottrina cristiana. – Il vescovo Del Sordo la istituì il 24 Giugno 1921 nella cattedrale, in S. Maria Maggiore e Annunziata di Piedimonte, Ailano, Prata, San Gregorio, S. Maria della Valle a Sant’Angelo, e a Valle Agricola; pure in quell’anno il 16 Dicembre a Sepicciano, il 16 Maggio ’22 a San Potito, l’11 Novembre ’22 a S. Nicola e il 10 Ottobre ’23 a S. Bartolomeo entrambe di Sant’Angelo, il 4 Aprile ’28 a Castello. Per tutte: …perpetuo erigimus et insituimus[6].

Associazione dei sacerdoti adoratori. Dall’archivio del Centro Eucaristico a Ponteranica (Bergamo), risulta che i primo iscritto di questa diocesi fu don Giangiuseppe Pacella, il 1° Gennaio 1911, al n. 18.128. Il 15 Giugno ne fece parte il vescovo Del Sordo e un bel gruppo di sacerdoti.

Il sodalizio esiste tuttora, e svolge i suoi turni di adorazione.

3° Ordine francescano. A Piedimonte è stato fondato il 25 Agosto 1918 dal padre Geremia Olivieri o.f.m. ed è interparrocchiale.

Ha raggiunto un massimo di 140 iscritti, che al presente sono 80. Hanno una sede nel palazzo Ragucci, contribuiscono per Terra Santa, per le missioni francescane, per i lebbrosi che a Massaua in Eritrea sono raccolti e curati proprio dal Terz’Ordine, e compiono visite agli infermi.

Anche Castello e San Gregorio hanno avuto la fratèrnita.

Unione dei Cooperatori Salesiani. – A Piedimonte si sono avuti i primi cooperatori nel 1962, e ad essi il rettor maggiore don Ziggiotti, inviò il diploma, considerandoli partecipi di tutti i favori spirituali concessi.

Al presente sono 85, e collaborano attivamente coi padri Salesiani.

Apostolato della preghiera. – La data di fondazione delle associazioni parrocchiali è la seguente:

Ailano                            14 II 1913

Alife – Cattedrale            15 XI 1907

Alife – S. Michele           29 IV 1940

Calvisi                            27 XI 1923

Castello                          21 XII 1928

Letino                            27 XI 1923

Piedimonte S.M.M.        27 IX 1901

Piedimonte Annunziata[7]  1893

Piedimonte Sepicciano    20 XII 1938

Prata                              29 IX 1962

Pratella                           23 XI 1970

Raviscanina                    18 VII 1941

S. Gregorio                    21 VI 1895

S. Potito                        15 IX 1922

S. Angelo – S. M. d. Valle       …1917

Valle                              27 XI 1923

 

Azione cattolica. A Piedimonte, precorse l’A.C.I., il circolo “Dio e Patria”, interparrocchiale, fondato nel 1909, che Papa Pio XI premiò con medaglia d’argento.

Nel 1931 il vescovo Noviello costituì la Giunta diocesana. L’organizzazione, nei quattro rami, è presente in molte parrocchie, ed a Piedimonte tiene anche associazioni derivate A.C.L.I., C.I.F., e O.D.A.-O.N.A.R.M.O.

 

Non sono da trascurarsi iniziative che, pur essendo temporanee, hanno avuto un’influenza nel popolo.

A Piedimonte, S. Maria Maggiore e l’Annunziata hanno due organizzati oratori per fanciulli. L’Annunziat mise su nel 1937 il “boccone del povero”, dal ’39 ebbe i “ritiri di perseveranza”, e le “lampade viventi per l’adorazione”. Commoveva vedere centinaia di foto di soldati presso l’altare dell’Immacolata, e ad essi fu dedicata la “ora del soldato”; nel ’42 si aggiunsero i “sabati dello studente”. Passati i giorni della tragedia, e venuti i mesi della fame, nel ’44 ci furono i “refettori del Papa”, che per tre anni dettero una minestra a 350 bambini di Vallata. Per anni, in entrambe le parrocchie è durata la “conferenza di s. Vincenzo de Paoli”.

È la testimonianza dell’agire tipicamente meridionale, instabile forse su un solo oggetto, ma che offre continuamente, se si sa variare lo stimolo e la visuale.

 

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[1] Per “cappelle” in questo capitolo non s’intende l’edificio. In Diritto le istituzioni si distinguono in corporazioni e fondazioni. Le prime, nel nostro caso sono le confraternite, formate da persone fisiche, e le cappelle sono le fondazioni con capitali propri, a scopo prevalentemente di culto, e anche un poco per beneficenza. Né s’intende un terzo significato: l’organizzazione di persone e cerimonie per una solennità, ad es. la cappella pontificia.

[2] Marrocco D.: L’Ordine Gerosolimitano in Alife (Napoli 1964), 5.

[3] Manoscritto presso l’A.S.M.V., 534.

[4] Manoscritto di S. Maria Maggiore 583.

[5]Marrocco D.: Bonifacio IX per i Domenicani di Piedimonte (Capua 1965) passim.

[6] Bullarium, 196.

[7] La data del 4 Ottobre 1878 dev’essere di un precedente sodalizio, che poi confluì nell’a.d.p.