Il Vescovato
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Dal libro: Il Vescovato alifano nel Medio
Volturno, di Dante B. Marrocco;
Edizioni ASMV – Piedimonte Matese, 1979.
Capitolo VIII
Sviluppo storico e loro valore nella Chiesa. – Le organizzazioni popolari
sono quelle che nella Presentazione definivo la terza componente della comunità
ecclesiale. Anche nella diocesi in esame obbediscono a due indirizzi
organizzativi, che corrispondono quasi esattamente a due momenti storici.
Del primo tipo sono le confraternite, originate nel
‘200 e anche prima, assurte a importanza economica dal ‘600 all’800, oggi
decadute. La loro caratteristica cultuale-amministrativa è l’autonomia e la
localizzazione. Non dipendono da altre, stanno solo in un posto per un culto
locale (anche se lo si pratica in molte parti), e spesso hanno un abito da
cerimonia, il “sacco”, tipico e sfarzoso.
Dall’800 prevalgono i sodalizi. Tengono
un’organizzazione unica per tutta l’Italia o per tutta la Chiesa. Più che per
un culto locale, esistono per un culto o scopo generale, e perciò hanno un
centro unico, quasi sempre a Roma. Sono cellule di un vasto organismo.
Questo secondo tipo, già esistente da secoli nel
Terzo ordine di vari ordini religiosi, si è affermato ai tempi nostri, con
limitata autonomia locale, meno appariscenza esteriore, ma visuale operativa
più ampia.
Organizzazioni popolari religiose sono anche le
“cappelle” e i “monti”[1]
Le due categorie non hanno assunto mai ruolo
carismatico e culturale. Qualche tentativo simile fu bollato come ereticale.
Non è detto che in futuro non possano ripigliare un ruolo di democrazia teocratica,
sia per la formazione personale che per la gestione di opere cultuali e
sociali.
Le “cappelle laicali” furono prima affidate
esclusivamente alla gerarchia ecclesiastica per controllo. Ma in seguito
intervenne lo Stato.
Per l’art. 266 della legge organica amministrativa
del 12 Dicembre 1816, si ebbe il controllo del corpo municipale, ribadito
dall’art. 140 delle istruzioni del 20 Maggio 1820. Re Ferdinando I ribadì il
controllo statale, e tutte le opere pie derivate e amministrate da corporazioni
furono iscritte in un catalogo. Per la diocesi in esame abbiamo consultato il
Catalogo dei luoghi pii laicali di Terra di lavoro… (Caserta 1853).
Col regno d’Italia, più forte il controllo laico
divenne sui legati e opere pie, ma è cessato col concordato del 1929.
Passiamo a quanto si ricorda nei nostri paesi.
Ad Ailano:
Confraternita del Corpo di Cristo.
Confraternita dell’Addolorata.
Confraternita del Rosario.
Le tre confraternite di Ailano esistevano già nel
‘700. La più antica è quella del Corpo di Cristo.
Cappella di Ave Gratia Plena. – Non se ne sa l’origine,
che pare rimonti al ‘600. Nel 1849 fu riconosciuta con r. decreto. Oltre al
culto aveva provveduto alle esigenze di un piccolo ospedale locale. Il 13 Marzo
1870 passò alla Congrega di carità.
Cappella di s. Sebastiano. – Anch’essa pare rimonti
al ‘600. Fu riconosciuta con regio decreto nel 1849, e il 13 Marzo 1870 ne fu
devoluta l’amministrazione alla Congrega di carità.
Cappella di Gesù Cristo. – Come per le altre non se
ne sa l’epoca di fondazione. Anch’essa fu riconosciuta nel 1849 con regio
decreto, e il 13 Marzo 1870 passò alla Congrega di carità.
Cappella del Purgatorio. – Neanche di essa si sa
l’origine. Fu riconosciuta, come le altre, nel 1849, e il 13 Marzo 1870 passò
alla Congrega di carità.
Cappella del Rosario. – Valgono le stesse
notizie delle altre.
Ospedale. – Da una cronaca del primo ‘700 si ricava che
consisteva in una casetta a disposizione di pellegrini e di pezzenti di
passaggio ai quali si dava solo il coperto. Riscoteva una piccola rendita di 15
Ducati, che il clero della chiesa madre incorporò alla cappella del Purgatorio.
Ad Alife.
Confraternita di s. Pietro al mercato. – Esisteva nel 1223, nella
chiesa omonima[2].
Confraternita… (nella Cattedrale). – Appare dal testamento
del conte Marco Burrelli del 19 Ottobre 1523: “…legat beneficio Cappellae
Congregationis Allyphanae ducatos mille de carolenis…”[3].
Confraternita del SS. Sacramento. – Istituita il 19 Maggio
1543 da Papa Paolo III nella Cattedrale (pergamena originale nell’Archivio
della Cattedrale).
Confraternita dell’Immacolata. – Fondata il 29 Maggio
1817, ebbe il regio Assenso e l’approvazione del vescovo Gentile. Fino al 1864
si riunì nel soccorpo della Cattedrale. L’abito da cerimonia era bianco con
mozzetta celeste. Possiede due sepolcreti al cimitero. Le elezioni si tenevano
la 2° Domenica di Novembre.
Confraternita di S. Sisto. – Fu fondata il 5 Aprile
1885. Risiedeva in s. Caterina, e possiede il sepolcreto al cimitero. L’abito
era bianco con cappa rossa con risvolto giallo.
Pia Unione di N. Signora del S. Cuore. – Istituita il 4 Dicembre
1875, il 30 Dicembre fu aggregata all’arciconfraternita omonima in Roma. Scopo
era di curare gli esercizi spirituali al popolo durante la novena
dell’Immacolata, ed il suffragio per gli iscritti defunti.
Cappella del buon Gesù. – Sembra la più antica.
Già dal 28 Ottobre 1706 dal vescovo De Lazàra fu annessa alla piccola massa di
entrate del Capitolo.
Cappella del Sacramento. – S’ignora la fondazione.
Verso metà ‘800 possedeva terre per 36 tomoli (Cardete, Prati, Quercelle) con
una rendita di L. 70 annue.
Cappella di s. Sisto. – Da un attestato del
sindaco Francesco Di Gregorio del 20 Marco 1785 risulta che possedeva un
trappeto; inoltre una casa in via Vescovato fittata per L. 14 annue.
Cappella della Vergine del Rosario. – Possedeva un piccolo
fondo della rendita di L. 23 annue.
Ospedale de le fratarìe. – Riservato perciò non a
pellegrini, cioè forestieri (quello stava fuori porta Beneventana, diretto dai
cavalieri Gerosolimitani), ma alle fratarìe. Un termine questo non
chiaro, se cioè riservato a frati, religiosi, o esteso anche a confraternite.
Aveva annessa la chiesa di s. Caterina. Nel ‘400 funzionava ancora. Da secoli
la chiesa è di patronato comunale, segno che anche l’ospedale aveva qualche
carattere pubblico, almeno in ultimo.
In Calvisi e Carattano:
Confraternita del Rosario. – Non si sa la data di
fondazione. Ebbe il R. Assenso il 31 Agosto 1830. Le elezioni si tenevano la 3°
Domenica di Dicembre. Si era assai arricchita, ma il 19 Ottobre 1869 tutte le
sue proprietà passarono alla Congrega di Carità di Gioia.
Cappella del SS. Sacramento a Calvisi. – Ebbe il Regio Assenso
nel 1849, ed il 19 Ottobre ’69 fu amministrata dalla Congrega di Carità di
Gioia.
Esisteva già nel ‘600. Ad essa furono donate le
reliquie di s. Liberato dal vescovo De Lazzara.
Cappella del Rosario. – Le stesse date della
precedente.
Cappella di s. Maria della Libera a Carattano. – Tutto come
la precedente.
A Castello Matese:
Confraternita di S. Maria d’ogni grazia. – Fondata nel 1650, ricevé
le prime regole dal vescovo Porfirio, il 2 Settembre 1714. Il 1° Giugno 1780
ebbe il R. Assenso, e il 15 Agosto 1912 approvò l’ultima redazione degli
statuti.
Il 17 Novembre 1702 ci fu l’aggregazione all’Arciconfraternita
del Gonfalone di Roma; Fondatore e 1° Prefetto era stato don Giovanni
Pascarelli + 1656.
Per le elezioni non era determinato il giorno.
Possedeva terre, vani terranei, censi, capitali e mobilio.
Nella cappella tuttora si conservano le statue, e si
compiono devozioni per il Cristo morto, la Madonna delle grazie, l’Arcangelo
Michele, s. Lucia e s. Margherita da Cortona. Svolgeva pure un’attività
scolastica pagando qualche maestro.
Confraternita del Sacramento. – S’ignora la data di
fondazione e lo statuto. Nel 1849 non aveva capitali, e si reggeva sulle
contribuzioni dei confratelli.
Confraternita del Rosario e S. Maria della Vittoria. – Nel 1712 inizia il Libro
dei censi e nel 1873 aveva una rendita di L. 129,70. Le elezioni si tenevano la
1° Domenica di Ottobre.
Confraternita della Misericordia. – Fu istituita in S.
Croce, il 21 Marzo 1921.
Monte dei Pegni. – Fondato in anno imprecisato, il 7 Maggio
1849 ebbe il Regio Assenso, e il 13 Giugno 1871 ci fu il regio decreto che lo
riconosceva.
In poco tempo si era notevolmente sviluppato. Mentre
nel 1849 aveva un capitale di Ducati 59,70 nel 1873 possedeva un capitale
circolante di L. 5.934, 74 con una rendita di L. 499,32.
Frutto delle Confraternite locali, durò fino al
1934.
Cappella del Santissimo. – Non si conosce la
fondazione. Nel 1849 aveva rendite per ducati 41,61 che dal 3 Gennaio 1870
furono amministrati dalla locale Congrega di carità. Curava la festa del Corpus
Domini.
Cappella del Rosario. – Derivata dalla
confraternita, nel 1849 aveva un capitale che fruttava Ducati 57,04 di rendita.
Il 25 Novembre 1869 aveva ricavato una rendita di ben 5.136,77 lire. Era
proprietaria di una spezierìa a via Olivella.
Non vi è mancato un piccolo ospedale,
nominato “casa degli infermi”. Se ne ha ricordo dalla Memoria per la
confutazione al voto, del 16.
A Letino:
Confraternita di S. Giovanni Battista. – Non si sa con precisione
l’anno di fondazione. Ebbe il R. Assenso il 21 Febbraio 1857. Distribuiva
indumenti ai poveri e dava un maritaggio a un fanciulla povera.
Le elezioni si tenevano la 3° Domenica di Settembre.
Sul camice bianco i confratelli indossavano una mozzetta rossa.
Cappella dell’Ospedale. Di origine ignota,
amministrava un piccolo ospedale. Il 21 Dicembre 1869 passò alla Congrega di
carità che dalle entrate dell’Ospedale e delle altre opere pie amministrava una
rendita annua di L. 4.630,87. Da quell’epoca non è esistito più un ricovero per
infermi, e le elargizioni si fecero a domicilio.
Cappella del Rosario. – S’ignora la fondazione. Il
21 Dicembre 1869 pass. alla Congrega di carità. Possedeva tre paduli,
cioè terreni irrigabili, e curava la festa del Rosario e il suffragio.
Cappella del SS. Sacramento. – Non si sa la fondazione.
Aveva i suoi capitali che, al solito, passarono alla Congrega di carità.
Cappella di S. Maria al castello. – Anch’essa, alla stessa
data delle precedenti passò alla Congrega di carità.Curava la festa della
Madonna, il suffragio e opere di beneficenza.
Cappella Monte dei morti. – Anche per essa vale la
data di passaggio alla Congrega di carità. La principale devozione era il
suffragio per le anime dei trapassati.
A Piedimonte:
Confraternita della SS. Trinità. – Il titolo non è sicuro.
Nel 1417 già esisteva nella cappella dello stesso nome (oggi s. Lucia ad
aquas). I confratelli erano tenuti a pagare il clero per i riti della festa
della Trinità. Si ricava dal regolamento del vescovo Sanfelice del 1417, ar. 35
e 36.
Confraternita di s. Sebastiano. – Non si sa niente sulla
fondazione. Nel 1538 cedette la cappella dedicata al santo, presso il ponte al
Toranello, da incorporare nella chiesa del Carmine.
Confraternita di S. Maria Occorrevole. – Nel breve di Papa
Innocenzo VIII Piis fidelium votis, del 7 Febbraio 1487, appare già
fondata dai fedeli nella chiesa sul monte Muto “…quandam utriusque sexus
confraternitatem instituerunt”. E con l’approvazione del vescovo si dettero
gli statuti: “…ac pro illius bono ac felici regimine, confratres ipsi de
consensu et voluntate Episcopi, nonnulla statuta, ordinationes seu capitula
fecerunt”. Il santuario stava sotto il patronato del signore e del comune
di Piedimonte, e per l’amministrazione si venne a un accordo: invece di uno
furono due i maestri o governatori, uno dei quali nominato dal signore di
Piedimonte (Onorato Gaetani e successori), l’altro dall’università. Così durò
fino al 1809. Potevano nominare i cappellani anche senza il consenso del
vescovo: “…presbyteros saeculares idoneos… ad eorum nutum ponendos,
amovendos, etiam absque Dioecesani loci licentia”. I confratelli potevano lucrare
numerose indulgenze, e una volta in vita, come in punto di morte, potevano
scegliersi un confessore per i peccati riservati alla S. Sede, ma dovevano
digiunare tutti i sabati almeno per un anno.
Nel 1679 la confraternita si trasferì in S.
Sebastiano, una chiesa di sua proprietà in Piedimonte. Non sapendosi in quale
sabato era stata scoperta l’immagine della Madonna sulla montagna, tutti i
sabati di Quaresima vi si esponeva solennemente il Sacramento, c’era un sermone
e la recita delle litanie.
Nel 1611 i governatori dettero a s. Maria
Occorrevole ai Serviti, che però dopo un anno se ne andarono. Nel 1674 la
dettero agli Alcantarini, con l’atto per Not. C. Ciccarelli del 21 Luglio.
Quando l’università costruì la via (quella vecchia
attuale 1698-700), la confraternita fece edificare sette cappelle (la prima e
l’ultima sono rovinate), decorandole di pitture e spendendo Ducati 435.
Nel 1809 furono incamerati i beni, e la fratellanza si
estinse. A metà secolo, ancora in S. Sebastiano se ne ammirava la preziosa
croce di argento, ancora per tutto l’Ottocento vi si conservarono mozzette,
gonfalone e stendardi, e vi erano devoti che, rivestiti dell’abito della
cessata corporazione, il martedì in albis salivano devotamente sulla montagna.
La confraternita aveva edificato la chiesa di s.
Rocco, e nel 1611 l’aveva ceduta alla confraternita di Morte e Orazione.
Possedeva pure s. Sebastiano e s. Giacomo. Dal catasto del 1754 appare
proprietaria di tomoli 216 di terreni aratori e boscosi, di 989 pecore, 56
bovini, Ducati 12.073 di capitali. Le terre, dalla montagna ad Alife, furono
vendute dal Fisco.
Bibliografia: cenni su tutte le storie di Piedimonte e di S.
Maria Occorrevole; Platea dei beni (1793), ff. 348-355; Vertenza fra i PP.
Alcantarini… e Alessandro del Giudice (Piedimonte 1883).
Confraternita del Rosario. – Fu fondata nel 1559
nella chiesa di s. Tommaso d’Aquino (s. Domenico). Ebbe il R. Assenso il 25
Settembre 1777. L’abito risultava di camice bianco e mozzetta celeste con
galloni e ricami. Oltre al gonfalone, a principio del ‘900 faceva uscire nella
processione del Rosario quindici piccoli vessilli dipinti dal pittore
piedimontese Pasquale De Jorio coi misteri del Rosario; per le solenni esequie
i confratelli usavano sacco e cappuccio bianco.
Nel 1616, dai confratelli, su consiglio dei
Domenicani fu fondato il locale Monte dei pegni, per resistere all’usura.
Nel 1873 aveva una rendita di L. 613,28 in titoli,
capitali e contributi.
I confratelli erano quasi tutti artigiani, e per
essi c’era la messa dei fratelli, un’ora prima dell’alba. Dopo passavano nelle
loro officine.
Reale Arciconfraternita del Carmine. – Fondata, pare, non molto
dopo il 1538, fu la prima a Piedimonte ad avere il R. Assenso, il 19 Agosto
1776, e perciò i suoi confratelli sfilavano nelle processioni al posto d’onore.
Soppresso l’Ordine carmelitano da Murat, e ceduto il convento allo svizzero
Egg, la confraternita passò alla chiesa dei Celestini, anch’essi soppressi, e da
allora, nel 1813, ne ha fatto la sua sede. Con Real Rescritto del 21 Settembre
1859 fu elevata ad Arciconfraternita, a condizione che erogasse almeno 30
Ducati annui per opere di beneficenza. Tanto onore le era venuto perché due
anni prima, dopo l’alluvione del 13 Settembre, e i danni subiti, e i preziosi
doni del Re Ferdinando II, i confratelli avevano nominato il sovrano “priore
perpetuo”. Il 16 Novembre ’57 il Re, rappresentato dal Sottintendente conte
Francesco Viti, ne aveva preso possesso.
Il 15 Settembre 1866 un decreto luogotenenziale da
Firenze, ne approvò lo statuto. Ne appare che la confraternita aveva un
medico-chirurgo e un farmacista propri; aveva visitatori dei poveri,
“giornanti” e “nottanti” per assistere gl’infermi; faceva visite ai carcerati e
curava il seppellimento dei morti per carità. Nel 1863 edificò la propria
cappella al cimitero.
L’abito imitava quello carmelitano: camice marrò
scuro, e cappa giallolatte; tosone marrò con ricami e placca d’argento.
Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 63,36.
Bibliografia: Statuto organico e regolamento
interno della Venerabile Arciconfraternita di S. Maria del Carmine
(Piedimonte 1875); La verità (Napoli n. 29 del 17 Luglio 1858), descrive la
cerimonia del possesso del Re.
Arciconfraternita del SS. Sacramento dei Nobili. – Fondata nel 1599 in s.
Domenico, ove tenevano l’oratorio, ebbe per scopo la carità cristiana e
l’assistenza ai carcerati. Nel 1680 fu aggregata all’arciconfraternita omonima
alla Minerva in Roma. Il 20 Giugno 1776 ebbe il R. Assenso, ribadito sulla
fondazione il 21 Luglio 1784. Il 2 Ottobre 1829 con bolla di Papa Pio VIII fu
elevata ad arciconfraternita, con vari privilegi fra i quali di aggregare altre
confraternite extra urbem: ubique locorum. Il decreto del Papa fu
confermato dal Re il 28 Aprile 1832.
Il 12 Aprile 1841 ci fu il R. Rescritto che li
autorizzava a indossare l’abito rosso (camice e sarrocchetto e tosone) uguale a
quello dell’arciconfraternita dei Pellegrini di Napoli, e il 2 Giugno 1842,
alla processione di s. Marcellino, l’élite di Piedimonte sfilò per la città. Ai
funerali partecipavano in borghese, dietro la bara. La fratellanza nobile
sovvenzionava i “pezzenti”, come a Napoli a cui si guardava in tutto. Questi, in
camice bianco seguivano le esequie reggendo una bandierina nera, su cui stavano
scritte in carta bianca le iniziali del nome e cognome del nobile defunto. Nel
1860 edificò la sua cappella al cimitero.
Le elezioni si tenevano il 1° Gennaio. Nel 1829
aveva una rendita di Ducati 29,20, e nel 1873 la rendita di L. 119,86.
Fu sciolta nel 1881.
Confraternita del SS. Nome di Dio. – Era la terza
confraternita esistente in s. Domenico.
Il 25 Settembre 1777 ebbe il R. Assenso.
Si fuse in seguito con quella del Rosario, con la
quale nel 1873, fu tassata per L. 613,28 di rendita.
Bibliografia: per le confraternite in s. Domenico v.: D’Andrea
F.G., Il convento di S. Tommaso d’Aquino in Piedimonte Matese in un registro
del secolo XVIII, su Annuario 1977 dell’A.S.M.V., 73 sgg.
Confraternita di Morte e Orazione. – Fondata nei primi anni
del ‘600, era sorta per seppellire “qualsivoglia morti”[4]
L’11 Novembre 1621, con strumento per Not. Michele
Perrotta di Piedimonte, stette all’arbitrato del vescovo Seta, in una lite fra
gli eredi della fondatrice della chiesa di s. Rocco e gli economi di questa.
Il 31 Agosto 1786 ebbe il R. Assenso, e il 10
Dicembre dello stesso anno fu aggregata all’arciconfraternita omonima in Roma.
L’abito consiste in un camice bianco con mozzetta
nera gallonata e ricamata in oro; nelle cerimonie mortuarie è completamente
nero con cappuccio.
Le elezioni si tengono il 15 Agosto. Nel 1860
edificò la sua cappella al cimitero, che ha ampliato nel 1967.
Nel 1611 le fu concessa la chiesa di s. Rocco dalla
confraternita di s. Maria Occorrevole con l’obbligo di portare
processionalmente ogni anno una candela di una libbra nel santuario sulla
montagna, nel Martedì di Pentecoste.
Dal catasto del 1754 appaiono gli obblighi: mandava
cere a S. Maria Occorrevole e a S. Sebastiano, agli Alcantarini dava grano e
Ducati 230.
Confraternita di S. Mari di Costantinopoli. – Fondata nel 1626, fu
aggregata a quella esistente nella cappella dei ss. Lorenzo e Dàmaso di Roma.
Curò l’ampliamento della chiesa ove aveva sede, nella frazione Scorpeto. Il 9
Aprile 1713 stabilì il capitolato con sei cappellani. Dava un maritaggio annuo
di 15 Ducati.
Dal catasto del 1754 appare il suo patrimonio: era
ben ricca; e forse teneva organizzati i confratelli pastori, dato che possedeva
1.480 pecore, 334 capre, 32 bovini; un credito di 5.526 Ducati col principe De
Luna d’Aragona.
Confraternita di S. Maria della libera. – Fondata nel primo
Settecento, ebbe il R. Assenso il 22 Settembre 1787. Le elezioni si tenevano
l’8 Settembre. L’abito consisteva in camice bianco e mozzetta celeste.
Dall’Annunziata si trasferì in S. Filippo.
Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 134,94 e nel
1873 di Lire 657,69.
Cappella del SS. Sacramento. – Fondata nell’Annunziata.
Nel 1719 i beni servirono a dotare altri sei canonici istituiti in quella
Collegiata.
Cappella di S. Rocco e SS. Sacramento. – Fondata nella chiesa di
Sepicciano. Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 147,07.
Cappella di S. Maria di Costantinopoli. – Fondata dalla
confraternita omonima nella chiesa dello Scorpeto, nel 1849 aveva una rendita
di Ducati 386,95.
Cappella di S. Sebastiano. – Nella chiesa del Carmine
stava una cappella laterale dedicata al santo, già titolare prima che si
costruisse la nuova chiesa nel 1538. Nel 1849 aveva una rendita di Ducati
296,17 di cui disponeva la commissione di beneficenza.
Cappella dell’Annunziata. – Era fondata nella chiesa
omonima. Nel 1719 i suoi beni, come quelli dell’altra del Sacramento, servirono
a dotare altre sei canonici in quella Collegiata.
Cappella di S. Marcellino. – Fondata in S. Maria
Maggiore, nel ‘600. Faceva celebrare 23 messe e 4 anniversari.
Monte Pierleone. – Stabilito il 1° Novembre 1773 col
testamento degli ultimi Pierleone, Maria, Aurora e don Francesco. La rendita
andava per soccorsi ai poveri e per opere di culto.
Monte Mastrodomenico. – Deriva dal testamento
del 17 Dicembre 1691 di Filippo Mastrodomenico che lasciò quanto possedeva alla
cappella del Sacramento in S. Maria, per avere mille messe l’anno, per vari
maritaggi e per la festa a s. Filippo Neri. Nel 1849 aveva la notevole rendita
di Ducati 625,95. Otto maritaggi passarono al monte delle doti.
Monte delle doti. – Sempre dal Catalogo dei luoghi pii
laicali apprendiamo che esisteva in Piedimonte, e a metà ‘800 dava dieci piccole
doti o maritaggi, otto per fanciulle piedimontesi e due per altre dei
sobborghi. Di essi otto venivano ricavati dal Monte Mastrodomenico e due dalla
cappella Ave Gratia Plena.
Monte dei pegni del Rosario. – Fu fondato nel 1616 dai
confratelli del Rosario che, per consiglio dei Domenicani, vi destinarono tutti
i superi di cassa. Fu il quinto di Terra di lavoro; era necessrio per sottrarre
i Cristiani all’usura. Aveva sede in un locale alla Crocevia (oggi piazza E.
d’Agnese).
Durante il ‘700 subì tre furti, e in compenso ebbe
un testamento da don Giovan Battista Battiloro. Nel 1799 fu derubato
interamente dai Francesi invasori. Fu riaperto nel 1802, col capitale di Ducati
102,01 ma nel 1811, Murat non riconobbe il debito pubblico dello Stato verso i
Luoghi pii, che fallirono tutti, e anche il nostro Monte ne subì le
conseguenze. Nel 1820 i nuovi amministratori dettero un regolamento: stavolta
la confraternita inviò un delegato, ma decideva in maggioranza la commissione
di pubblica beneficenza; e mentre fino allora non si pagava niente per il
prestito, da quell’anno si pagò il 6 per cento.
Nel 1867 il Monte passò a una nuova sede al Mercato,
e il capitale risultava così ripartito: L. 32.162,05 capitale libero, L.
2.756,75 depositato per maritaggi. Le uscite erano L. 518,50 per stipendi, e L.
18,95 per contributo fondiaria. Il 7 Gennaio ’71 la situazione era: pegni
esistenti n. 1.674 per L. 40.734,55. Certo, bisogna tener presente che
l’aumento dei capitali del Monte era in proporzione diretta della crisi che
attanagliava Piedimonte con la chiusura del grande cotonificio, e comunque il
Monte, per quel che poteva, resisteva a quella crisi. Ritornato il benessere
col lavoro, il capitale non aumentò molto: al 31 Dicembre 1924 era di L.
109.352,90. Con la svalutazione e la quantità di moneta cartacea circolante, è
rimasto pressoché inattivo.
Monte dei sussidi. – Non si conosce l’epoca della fondazione.
Dava sussidi in denaro, e distribuiva vesti e medicine. Nel 1873 fu annesso
alla Congrega di carità.
Cappella A.G.P. – Esiste sicuramente dal ‘600, e forse
prima. Amministrava l’ospedale di Vallata.
Cappella di S. Maria Occorrevole. – Amministrava il
santuario. Fondata dalla confraternita, divenne autonoma dopo il 1809, e nel
1849 godeva la notevole rendita di Ducati 333,78, la maggior parte della quale
devolveva agli Alcantarini.
Cappella delle Sorelle del Rosario. – Fondata in S. Domenico,
concedeva due maritaggi di 10 Ducati l’uno; nel 1849 aveva una rendita di
Ducati 261,23.
Monte del SS. Sacramento, detto pure Monte dei Morti. – Stava in S. Maria
Maggiore, fondato nel 1625 dal vescovo Zambeccari. Si pagava grani due e mezzo
al mese, e celebrava tre messe al giorno. A morte di ogni iscritto, 40 messe
lette, una solenne e un anniversario da parte dei canonici. La governava un
Rettore, che però era extra partem, non scelto fra i dodici di S. Maria.
Gli avanzi costituivano rendite. Nel 1706 il vescovo Porfirio volle eleggere
rettore e segretario, fin’allora scelti dai canonici. Questi ricorsero
all’Uditore della Camera apostolica, e il 4 Settembre venne un monitorio contro
i promotori. Il vescovo si riservò la verifica dei conti.
La cappella s’impegnò a fornire l’olio per la
lampada del Sacramento nella nuova parrocchia di Sepicciano. Aveva un quantità
di crediti, e alcuni li alienò per costruire la cappella del Sacramento pure
nella erigenda chiesa parrocchiale di Sepicciano.
Pia Associazione dei ss. Cuori. – Fu fondata in S. Maria
Maggiore, il 28 Giugno 1878 dall’arciprete mns. L. Merolla, e il 28 Settembre
1880 fu canonicamente eretta dal vescovo Volpe, e ci furono feste
straordinarie. Direttore era l’arciprete pro tempore, coadiuvato da un
Consiglio direttivo che ne curava l’amministrazione. Era formato da gruppi di
33 persone ognuno, e per ognuno di essi un Zelatore o Zelatrice curava la
distribuzione degli obblighi bimestrali spirituali su apposite pagelle. Ogni 1°
Venerdì del mese si celebrava la messa per i benefattori, e ogni 1° Domenica
c’era solenne adorazione eucaristica. Veniva celebrato tutto il mese di Giugno,
e si concludeva con la processione del S. Cuore, nella 1° Domenica di Luglio.
Era stata preceduta da un’altra organizzazione
simile, fondata, pure in S. Maria nel 1832, e aggregata in Roma alla Pia Unione
in S. Maria ad pineam detta poi della Pace, con le stesse indulgenze.
Il 21 Settembre 1901 fu aggregata all’Apostolato
della preghiera.
Ospedale dei pellegrini. – Se ne ha notizia già nel
‘400, ma doveva esistere da molto prima. Sorgeva sotto il muraglione che dal
castello (oggi palazzo ducale) chiudeva la piccola Piedimonte fino alla porta
S. Arcangelo, accosto alla cappella omonima al Ponte. Nel 1754 esisteva ancora.
Ad esso accenna un decreto di S. Visita del 1535, e il decreto imperiale del
1730 col quale Piedimonte è dichiarata città. Aveva sei posti. Era quello dei
Domenicani o altro più antico?[5]
Ospedale Ave Gratia Plena. – Un secondo ospedale a
Piedimonte sorse nel primo ‘600. Nicola Vincenzo Costantini (strumento 16 Marzo
1616) lasciò casa e rendita, e Marcantonio Messere (strumento 8 Maggio 1621)
lasciò erede dei suoi beni la confraternita dell’Annunciazione con l’obbligo di
pensare anche all’ospedale. I posti, fino a tutto il ‘700 erano sei.
Pagava 16 carlini al medico e 15 al cerusico. I
Carmelitani vi svolgevano gratuitamente l’assistenza spirituale.
Cessato durante il ‘700 l’ospedale di Piedimonte, la
rendita divenne notevole: nel 1849 raggiungeva Ducati 944,16 (v. Ospedale). In
origine dava anche due maritaggi, passati poi al Monte delle doti.
Nel 1879, il vescovo Barbato Pasca lasciò all’ospedale
le sue rendite, L. 3.405 annue, che determinarono l’ampliamento del nosocomio.
Conservatorio delle orfane. – La carità cristiana
determinò don Nicolò Gaetani d’Aragona e la colta e caritatevole consorte donna
Aurora Sanseverino, a fondare nel 1711 un conservatorio per le orfane. Le
fabbriche, al Largo S. Sebastiano, spingentisi con ardito arco oltre il Torano,
terminarono nel 1719. Dai fondatori fu dotato con 500 pecore, e affidato per
l’amministrazione alla confraternita di S. Maria Occorrevole, e per la
direzione a una religiosa, della quale non si sa nome e congregazione. Ma durò
un trentennio. Il 3 Luglio 1746, un R. Dispaccio ordinava l’allontanamento
della superiora per i suoi modi tirannici, la restituzione delle fanciulle ai
parenti, e la retrocessione dell’edificio ai donatori.
Per l’orfanotrofio femminile delle Figlie della
carità si veda il capitolo sui Religiosi.
Mendicicomio. – Il 10 Dicembre 1937 i fratelli Laura e Simone
Fantini donavano il loro patrimonio alla mensa vescovile, per opere di culto.
Con questo patrimonio, il sacerdote Lucio Ferritto,
fondò un mendicicomio intitolato “Casa della Divina Provvidenza”. L’istituto fu
affidato alle Suore Apostoline del S. Cuore di Gesù, ed ebbe per superiore-direttrici
suor Alessia e suor Pacifica. Verso il 1960 vi stavano ricoverati sui trenta
vecchi in due reparti. Per i ricoverati c’era la sovvenzione governativa di L.
7.000 mensili. Molto altro veniva dato dal Ministero degli Interni Prefettura,
Comuni (cui apparteneva il ricoverato), e popolazione. Purtroppo la pia
istituzione non ha durato, e dal 1963 è chiusa.
Pia Opera del pane di S. Antonio. – Fu fondata il 10 Gennaio
1921 a Piedimonte, nella chiesa di s. Francesco. Il Bullarium della
curia chiarisce lo scopo: “…ad pauperes sublevandos, panem eis tribuendum,
ac devotionem erga thaumaturgum Antonium Patavinum fovendam…”. Lo statuto
in 8 articoli prevedeva una quota annua di L. una.
Conferenza di s. Vincenzo de Paoli. – Fu fondata dal vescovo
Noviello nel 1931. Si riuniva nella biblioteca L. Paterno, e gli iscritti
contribuivano ad ogni riunione, e spesso si recavano in casa dei poveri per
soccorrere e perfino per fare pulizia e dare indumenti.
A Prata:
Cappella del Corpo di Cristo. – Esisteva già nel ‘600.
Fondatore e donante fu Giacomo Cardillo, con testamento del 22 Dicembre 1699.
Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 130,92. Il 31 Ottobre 1867 passò alla
congrega di carità.
Due lapidi in S. Pancrazio ricordano i donante:
D.O.M. / ARAM HANC ET CAPPELLAM QUAM / INSPICITIS
DEO EUCHARISTICO DICA / TAM PROPRIA SUCCESSIONE DOTAVIT / QUIDAM JACOBUS
INFIMUS CIVIS PRAT / ENSIS VIGORE TESTAMENTI IN SCRIPTIS / ROGATI MANU QM.
NOTARY HOANNIS VENDE / TTUOLO TERRAE FOSSACECAE XI KALEN / DAS JANUARY MDCIC
APERTI ET PUBLI / CATI VIII KALENDAS DECEMBRIS MDCC / XXIX PER NOTARIUM
MARCANGELUM / VENDETTUOLO EIUSDEM TERRAE.
La
congrega di carità aggiunse:
OBSEQUIUM TESTAMENTI / JACOBI CARDILLO CHARITATIS /
CONGREGATIO PP. MDCCCLXXIII.
Cappella di s. Nicola da Tolentino. – Nel 1849 aveva una
rendita di Ducati 143,62. Alla stessa data della precedente passò alla congrega
di carità.
Cappella del Rosario. – Nel 1848 aveva la
rendita di Ducati 66,34. Anch’essa passò alla congrega di carità.
Cappella di S. Maria della misericordia. – Con la rendita di Ducati
34,27 nel 1846 provvedeva alla festa e a qualche beneficenza. Alla stessa data
passò alla congrega di carità.
Cappella di S. Maria degli Angeli. – Non si conosce la sua
rendita. Insieme alle altre cappelle e luoghi pii di Prata rese alla congrega
di carità nel 1873 la rendita di L. 3.897,93.
Cappella di s. Sebastiano dell’Ospedale. – S’ignora la fondazione.
Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 75,73. Come le altre, dal ’73 fu
amministrata dalla congrega locale. In passato curava un ospedale locale.
A Pratella:
Confraternita del Rosario. – S’ignora l’epoca di
fondazione. Ebbe il R. Assenso il 36 Aprile 1860.
Cappella del Corpo di Cristo (o del Venerabile). – Pare fosse un’antica
confraternita. Nel 1849 non aveva patrimonio. Il 15 Marzo 1871 fu amministrata
dalla Congrega di carità di Ciorlano. Con la autonomia del 1909, essa e le
seguenti passarono alla congrega di carità di Pratella. In passato aveva
amministrato un piccolo ospedale.
Cappella dell’Ospedale. – Non si conosce data di
fondazione e rendita. Il 13 Marzo 1871 passò alla Congrega di carità di
Ciorlano.
Cappella del Rosario. – Nel 1849 non aveva
patrimonio, e alla stessa data delle altre fu amministrata dalla Congrega di
carità di Ciorlano.
A Raviscanina:
Confraternita del SS. Sacramento. – Fondata il 10 Ottobre
1931 dal vescovo Noviello, nella chiesa parrocchiale di S. Croce: ad opera
pietatis et charitatis fovenda, come dice la bolla di istituzione. Lo
statuto è in 34 articoli. L’abito consiste di un camice bianco e mozzetta rossa
nelle processioni, nera nelle esequie.
Cappella del SS. Sacramento. – Fondata, pare, ne ‘600.
Il 18 Ottobre 1869 passò, come tutti i Luoghi pii laicali di Raviscanina, alla
Congrega di carità, che si trovò ad amministrare la notevole rendita di L.
7.670,43.
Altre cappelle laicali erano:
Cappella del Rosario.
Cappella di Ave Gratia Plena.
Cappella della Pietà.
Cappella del Calvario. – La più ricca del paese.
Nel 1849 amministrava una rendita di Ducati 711,91.
Cappella di S. Pietro.
Cappella di S. Antonio.
A San Gregorio Matese:
Confraternita del S. Nome di Maria. – Ottenne il R. Assenso il
30 Ottobre 1764. Le elezioni si tenevano il 12 Settembre. A metà Ottocento non
aveva patrimonio, ma si reggeva sui contributi dei confratelli.
Cappella del SS Sacramento. – Nella “Collettiva
generale delle oncie” del 1754, risulta molto dotata. Possedeva 1022 pecore (a
1 carlino l’una), 289 capre (a 2 carlini), 38 vacche (a 20 carlini), e anche
cavalli “vetturali” (a 40 carlini).
Il 19 Ottobre 1869 passò alla Congrega di carità. La
rendita di tutte le cappelle equivaleva a L. 1.402.
Le altre cappelle erano:
Cappella del Purgatorio.
Cappella di S. Maria delle grazie. – Nel 1849 aveva la
rendita di Ducati 22,26.
Cappella di S. Antonio. – Piccola rendita nel 1849
di Ducati 13,38.
Cappella di S. Croce. – Nel 1849, Ducati 11,38
di rendita.
Cappella di S. Michele. – La più modesta di tutte:
Ducati 1,05.
A San Potito:
Confraternita di S. Antonio. – Sorta nell’ultimo
Seicento, ebbe il R. Assenso il 19 Maggio 1827. Risiedeva nella chiesa
dell’Ascensione.
Le elezioni si tenevano la 1° Domenica di Novembre.
Si reggeva sul contributo dei confratelli. L’abito imitava quello francescano.
Confraternita della S. Croce. – Detta pure
dell’Addolorata e del Monte dei morti, aveva sede in S. Caterina, ed ebbe il R.
Assenso il 4 Maggio 1829. Le elezioni si tenevano la 3° Domenica di Dicembre.
Si manteneva col contributo dei confratelli.
Questi intervenivano alle processioni vestendo un
camice bianco su cui mettevano una mozzetta nera ricamata d’argento.
Cappella dell’Ascensione. – L’origine va riportata
dopo il 1651. Dotanti furono Vincenzo di Chello, Caterina della Nave, Caterina
Riccio e altri. Nel 1849 era abbastanza ricca: Ducati 424,75 di rendita.
Cappella del Santissimo. – Dotanti furono Giacomo
Sorillo, Francesco Colapetella e Prudenza Riccitelli.
Cappella di S. Antonio. – Insieme alle precedenti,
il 10 Ottobre 1869 passò alla Congrega di carità.
A Sant’Angelo:
Confraternita del Rosario. – Ebbe il R. Assenso il 5
Aprile 1856. Le elezioni si tenevano la 3° Domenica di Dicembre. Si reggeva
sulle prestazioni dei confratelli.
Cappella del SS. Sacramento. – Il 15 Gennaio 1870 passò
alla Congrega di carità, e insieme alla altre opere pie dava la rendita di L.
742,73.
Altre cappelle laicali erano:
Cappella del SS. Nome di Dio.
Cappella del Rosario.
Cappella della Pietà.
Cappella di S. Giuseppe.
A Valle:
Confraternita dell’Addolorata. – Fu fondata
nell’Annunziata il 5 Settembre 1778 da dodici sacerdoti: Domenico Rega
arciprete, Stefano Landi, Nicola di Muccio, Fabio Landi, Pasquale Rega,
Giovanni Riccio, Nicola Piazza fisico, Michele Pezzullo, Bartolomeo Rega
fisico, il magnifico Giuseppe Rega, Leonardo di Muccio, Giuseppe Riccio e
Domenico Varatta. Dietro istanza del vescovo Sanseverino ebbe il R. Assenso il
15 Novembre 1778, col quale si approvava lo statuto in 23 articoli. Le elezioni
si tenevano la 1° Domenica di Ottobre. I confratelli vestivano un camice bianco
e una mozzetta nera gallonata.
Si pagava la quota in questo modo: carlini 6 all’entrata,
chi aveva da 18 a 25 anni, carlini 10 da 26 anni a 30, carlini 15 da 31 a 40,
da 41 in poi decideva la fratellanza. In più c’erano le prestazioni: 2 coppe
ocali (litri 5,60) di grano da ogni confratello; il grano ricevuto in Agosto
(epoca della esazione) si conservava fino a Marzo; una parte si vendeva per
opere di culto, una parte si restituiva ai confratelli con l’obbligo di
restituirla alla confraternita aumentata di un decimo.
Cappella di S. Sebastiano. – Risale certamente
all’ultimo Seicento. Nel 1849 aveva una rendita di Ducati 72,30. Il 25 Giugno
1869 passò alla locale Congrega di carità Nel 1873 la rendita di tutte le
cappelle laicali della Valle matesina fruttava L. 1.651,26. Le altre erano:
Cappella del Rosario.
Cappella della S. Croce. – Nel 1849 aveva una
rendita di Ducati 29,74.
Cappella del SS. Sacramento. – Alla stessa epoca
riscoteva Ducati 50,34.
A Piedimonte, alcune confraternite vantavano
un’antichità maggiore rispetto ad altre, e per iniziativa del commissario di
campagna nel 1781 dovettero procedere secondo la data del regio assenso.
Nel 1869, anche la curia, ad evitare nebulosi
riferimenti al passato, impose l’ordine di precedenza per tutta la diocesi
fondandosi sul regio assenso, cioè sul decreto statale di riconoscimento. La
precedenza fu attuata come segue: Arciconfraternita del SS. Sacramento dei
Nobili (Piedimonte), R. Arciconfraternita del Carmine (Piedimonte), Confraternita
del Nome di Maria (San Gregorio), Rosario (Piedimonte), Addolorata (Valle), S.
Maria delle grazie (Castello), Morte e Orazione (Piedimonte), S. Maria della
libera (Piedimonte), Immacolata (Alife), S. Antonio (San Potito), S. Croce (San
Potito), Rosario (Calvisi), S. Giovanni Battista (Letino), Rosario (S. Angelo).
Fra i sodalizi moderni estesi a tutta la diocesi
ricordiamo:
Pia Opera ripartitrice delle ingiurie. – Fu fondata dal vescovo
Scotti (nel bullarium mancano date e firme), forse doveva essere diffusa
in tutte le parrocchie, dato che la bolla di erezione dice: “…in ecclesia
huius Nostrae Dioecesis titulo”, affinché la riparazione potesse avvenire
più facilmente.
Opera diocesana dei Tabernacoli. – Nata per fornire di
indumenti le chiese, fu fondata in diocesi dal vescovo Caracciolo.
Opera della Regalità di Gesù Cristo. – Esisteva in diocesi. Non
si hanno notizie precise sulla fondazone.
Congregazione della Dottrina cristiana. – Il vescovo Del Sordo la
istituì il 24 Giugno 1921 nella cattedrale, in S. Maria Maggiore e Annunziata
di Piedimonte, Ailano, Prata, San Gregorio, S. Maria della Valle a Sant’Angelo,
e a Valle Agricola; pure in quell’anno il 16 Dicembre a Sepicciano, il 16
Maggio ’22 a San Potito, l’11 Novembre ’22 a S. Nicola e il 10 Ottobre ’23 a S.
Bartolomeo entrambe di Sant’Angelo, il 4 Aprile ’28 a Castello. Per tutte: …perpetuo
erigimus et insituimus[6].
Associazione dei sacerdoti adoratori. Dall’archivio del Centro
Eucaristico a Ponteranica (Bergamo), risulta che i primo iscritto di questa
diocesi fu don Giangiuseppe Pacella, il 1° Gennaio 1911, al n. 18.128. Il 15
Giugno ne fece parte il vescovo Del Sordo e un bel gruppo di sacerdoti.
Il sodalizio esiste tuttora, e svolge i suoi turni
di adorazione.
3° Ordine francescano. A Piedimonte è stato
fondato il 25 Agosto 1918 dal padre Geremia Olivieri o.f.m. ed è
interparrocchiale.
Ha raggiunto un massimo di 140 iscritti, che al
presente sono 80. Hanno una sede nel palazzo Ragucci, contribuiscono per Terra
Santa, per le missioni francescane, per i lebbrosi che a Massaua in Eritrea
sono raccolti e curati proprio dal Terz’Ordine, e compiono visite agli infermi.
Anche Castello e San Gregorio hanno avuto la
fratèrnita.
Unione dei Cooperatori Salesiani. – A Piedimonte si sono
avuti i primi cooperatori nel 1962, e ad essi il rettor maggiore don Ziggiotti,
inviò il diploma, considerandoli partecipi di tutti i favori spirituali
concessi.
Al presente sono 85, e collaborano attivamente coi
padri Salesiani.
Apostolato della preghiera. – La data di fondazione
delle associazioni parrocchiali è la seguente:
Ailano 14
II 1913
Alife – Cattedrale 15
XI 1907
Alife – S. Michele 29
IV 1940
Calvisi 27
XI 1923
Castello 21
XII 1928
Letino 27
XI 1923
Piedimonte S.M.M. 27
IX 1901
Piedimonte Annunziata[7] 1893
Piedimonte Sepicciano 20 XII 1938
Prata 29
IX 1962
Pratella 23
XI 1970
Raviscanina 18
VII 1941
S. Gregorio 21
VI 1895
S. Potito 15
IX 1922
S. Angelo – S. M. d. Valle …1917
Valle 27
XI 1923
Azione cattolica. A Piedimonte, precorse l’A.C.I., il circolo
“Dio e Patria”, interparrocchiale, fondato nel 1909, che Papa Pio XI premiò con
medaglia d’argento.
Nel 1931 il vescovo Noviello costituì la Giunta
diocesana. L’organizzazione, nei quattro rami, è presente in molte parrocchie,
ed a Piedimonte tiene anche associazioni derivate A.C.L.I., C.I.F., e
O.D.A.-O.N.A.R.M.O.
Non sono da trascurarsi iniziative che, pur essendo
temporanee, hanno avuto un’influenza nel popolo.
A Piedimonte, S. Maria Maggiore e l’Annunziata hanno
due organizzati oratori per fanciulli. L’Annunziat mise su nel 1937 il “boccone
del povero”, dal ’39 ebbe i “ritiri di perseveranza”, e le “lampade viventi per
l’adorazione”. Commoveva vedere centinaia di foto di soldati presso l’altare
dell’Immacolata, e ad essi fu dedicata la “ora del soldato”; nel ’42 si
aggiunsero i “sabati dello studente”. Passati i giorni della tragedia, e venuti
i mesi della fame, nel ’44 ci furono i “refettori del Papa”, che per tre anni
dettero una minestra a 350 bambini di Vallata. Per anni, in entrambe le
parrocchie è durata la “conferenza di s. Vincenzo de Paoli”.
È la testimonianza dell’agire tipicamente
meridionale, instabile forse su un solo oggetto, ma che offre continuamente, se
si sa variare lo stimolo e la visuale.
Il Vescovato
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[1] Per “cappelle” in questo capitolo non s’intende l’edificio. In Diritto le istituzioni si distinguono in corporazioni e fondazioni. Le prime, nel nostro caso sono le confraternite, formate da persone fisiche, e le cappelle sono le fondazioni con capitali propri, a scopo prevalentemente di culto, e anche un poco per beneficenza. Né s’intende un terzo significato: l’organizzazione di persone e cerimonie per una solennità, ad es. la cappella pontificia.
[2] Marrocco D.: L’Ordine Gerosolimitano in Alife (Napoli 1964), 5.
[3] Manoscritto presso l’A.S.M.V., 534.
[4] Manoscritto di S. Maria Maggiore 583.
[5]Marrocco D.: Bonifacio IX per i Domenicani di Piedimonte (Capua 1965) passim.
[6] Bullarium, 196.
[7] La data del 4 Ottobre 1878 dev’essere di un precedente sodalizio, che poi confluì nell’a.d.p.